Michel Platini, aprendo il congresso della Uefa a Vienna che oggi lo rieleggerà presidente dell’organo di controllo del calcio europeo, ha espresso preoccupazione per gli episodi di violenza sempre più frequenti in molti stadi europei. “Da molto tempo non avevamo dovuto affrontare un tale aumento di nazionalismi ed estremismi in Europa – ha detto Platini durante il discorso d’apertura del congresso Uefa -. Questa tendenza insidiosa si trova nei nostri stadi perché il calcio è un riflesso della società”.
E proprio alla società e alle istituzioni, Platini chiede un sostegno forte, che passi anche attraverso riforme sostanziali del modo di combattere i fenomeni violenti: “Ci sentiamo un po’ abbandonati a noi stessi in queste battaglie che conduciamo. Ora, queste sono partite che non possiamo vincere senza l’aiuto delle autorità pubbliche. Rinnovo pertanto il mio appello a una presa di coscienza da parte dei governi per evitare di rivivere le ore buie di un passato non così lontano, passato in cui teppisti e fanatici di ogni genere hanno regnato in alcuni stadi d’Europa”.
Certamente Platini ha ancora negli occhi le immagini della strage dell’Heysel, di cui quest’anno ricorre il trentennale: in quell’atmosfera surreale, in cui 39 tifosi (di cui 32 italiani) persero la vita, l’ex numero 10 della Juventus vinse una Coppa dei Campioni per cui c’era poco da festeggiare. A 30 anni di distanza, la richiesta del presidente Uefa è quella di “un inasprimento dei divieti a livello di Ue, con la creazione di una polizia europea dello sport”. Non è la prima volta che Platini porta avanti questa istanza: già nel 2007, come lui stesso ha ricordato, aveva lanciato questo appello rimasto inascoltato.
Gli episodi più recenti di cui parla Platini hanno riguardato diversi luoghi e varie competizioni: i più clamorosi sono stati la sospensione del campionato greco, per gli scontri durante il derby di Atene tra Aek e Olympiakos, e pochi mesi prima la partita tra Serbia e Albania, interrotta dopo che si era scatenata una rissa tra calciatori e tifosi, a seguito dell’ingresso di un drone sul campo.
Al Congresso della Uefa c’era anche Sepp Blatter, che ha sfruttato l’occasione per lanciare un appello contro il boicottaggio della Coppa del Mondo 2018 in Russia, chiesto invece dal presidente ucraino Petro Poroshenko. “Il calcio deve restare unito – ha detto Blatter – gli ultimi boicottaggi non hanno mai portato ad alcun risultato. Dobbiamo tenere presenti i nostri statuti, la Carta Olimpica e le risoluzioni delle Nazioni Unite: dicono tutte che deve essere garantita l’autonomia dello sport rispetto alla politica. Chiediamo all’Europa di essere il promotore della popolarità del nostro gioco. Il calcio può solo essere forte se gli organi di governo sono forti e uniti”.