La vendita del pacchetto tv relativo alle gare in diretta della Premier League (per il triennio 2016-19) a Sky e BT Sport, per la cifra record di 6,9 miliardi di euro, è sotto inchiesta da parte di Ofcom, l’organo che, nel Regno Unito, è posto a garanzia della concorrenza sul mercato. La denuncia relativa alla cessione dei diritti tv alle due note emittenti private, è arrivata da Virgin Media, altra emittente estromessa dalla recente asta e che ha contestato un prezzo di vendita fuori mercato e in violazione del diritto alla concorrenza.

Vendita diritti tv Premier, Ofcom prosegue nelle indagini

Ofcom, dunque, al momento prosegue nelle indagini per la stesura di un Competition Act,  chiamando in causa i principali consumatori di calcio, e cioè i tifosi, sia quelli che frequentano lo stadio sia quelli che preferiscono assistere ai match da casa. Ofcom, ha dichiarato che, in tal modo, vorrebbe valutare una serie di circostanze, senza trascurare lo scrupoloso monitoraggio dell’evoluzione dei prezzi dei canali sportivi per effetto del nuovo accordo (solo qualche giorno fa, sono stati aumentati di 1 sterlina da parte di Sky deciso per assorbire il maggiore esborso che avverrà tra un anno). Virgin, come ha scritto C&F, ha tentato, il passato 28 gennaio, di ottenere la sospensione del processo di vendita, ricevendo tuttavia un secco rifiuto da parte di Ofcom: da lì, un nuovo ricorso motivato dalla richiesta di revisione dell’intero sistema di contrattazione.

Secondo Virgin Media sarebbe necessaria una modifica dell’attuale sistema

L’accordo sui diritti tv per il prossimo triennio sportivo in Premier, secondo Virgin, arrecherebbe infatti un “significativo danno ai consumatori, derivante dai crescenti costi degli abbonamenti”. Un problema, questo, che, secondo l’emittente tv, potrebbe essere affrontato solo attraverso una sostanziale modifica al modello per la vendita dei diritti di diretta delle gare della massima divisione del calcio inglese. Ofcom, tuttavia, ancora non si è sbilanciata sui possibili esiti dell’investigazione, perché, ha sottolineato, il 2016 è lontano e 17 mesi dalla conclusione dell’asta all’inzio della Premier 2016-17 sono un periodo sufficiente, eventualmente, per un intervento se, effettivamente, venisse riscontrata qualche violazione di sorta.

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.