Prima nei giocattoli, poi – magari – nel Genoa. Gli affari di Enrico Preziosi con i cinesi potrebbero presto riguardare anche il campo. Ma per adesso si limitano – si fa per dire – all’azienda del presidente, la Giochi Preziosi (900 milioni di euro di ricavi nel 2014), nella quale la conglomerata cinese di Taiwan “Michael Lee”, in affari dai giocattoli alle gemme preziosi, entrerà con un aumento di capitale di circa 30 milioni di euro, pari ad una quota del 35%.
L’operazione si era un po’ incagliata a inizio marzo, ma entro una decina di giorni – scrive la Stampa – dovrebbe avere l’ok di soci e banche per Pasqua. La Fingiochi, la holding di Preziosi, manterrà il 51% dell’azienda che produce tra gli altri anche i Gormiti. L’aumento di capitale sarà sottoscritto anche da Intesa Sanpaolo e IdeA capital funds (gruppo De Agostini), che arriveranno insieme ad avere il 14%, mentre il fondo Clessidra non dovrebbe avere più quote.
Il socio cinese servirà soprattutto ad aiutare Preziosi a far fronte al debito di circa 270 milioni di euro. Le banche creditrici sono 12, tra cui Intesa, Unicredit e Carige, e sembrano aver approvato ora il piano di riassetto della Giochi Preziosi. Il nuovo socio entrerà attraverso il veicolo Oceanic Gold Global. Ci sarà poi una ristrutturazione della Holding dei Giochi Spoa, la catena di negozi. Qui entrerà il gruppo Artsana, che conferirà Prénatal alla holding per 30 milioni e salirà al 50% con un aumento di capitale di 70 milioni (i 130 negozi di Preziosi sono stati valutati 100 milioni).
cinesi.