Tavecchio – Juventus è una sfida senza fine, nonostante le dichiarazioni di facciata che sembrano voler distendere i toni, o addirrittura di più. Il presidente della Figc ha fatto visita a Torino per la gara della Nazionale contro l’Inghilterra. Per l’occasione allo Juventus Stadium è stato coperto il gigantesco 32 con cui la Juve conta i propri scudetti. La questione Calciopoli è tornata d’attualità, e Tavecchio – intervistato da Tuttosport – non l’ha dribblata. Anzi. “La cosa che più mi ha turbato è la causa della Juve al Tar con una richiesta di risarcimento di 443 milioni di euro. Come può non essere un problema?”. I rapporti tra la Juventus e il presidente Tavecchio sono tutt’altro che ottimali: “Ogni volta che ho incontrato Agnelli lui si è mostrato possibilista, ma mai siamo entrati nei dettagli. Noi abbiamo aspettato tutti i gradi di giudizio, su Calciopoli. Per quanto riguarda l’azione di responsabilità, l’azione della Juve non ha più possibilità, dopo la sentenza di Cassazione. La questione è chiusa”.

Tavecchio: “Se risarcissimo la Juve, la Figc fallirebbe. Ma gli scudetti…”

“Il mio problema è solo stabilire che io… che la Federcalcio non deve niente alla Juventus”. La quale, secondo gli avvocati della Figc, non potrebbe ottenere niente dopo la sentenza di Cassazione, lascando aperta persino la possibilità che sia la Federcalcio stessa a chiederle un risarcimento. “Potrei usare questa cosa come minaccia – sibila Tavecchio – ma si figuri se lo faccio. Io presenterei una controcausa solo in extremis, se finissi all’angolo. La Figc fallirebbe se dovessimo dare alla Juve quei 443 milioni. Più che invitare ad abbassare i toni non posso fare. La Figc ha una dignità che deve recuperare. Siamo servi di tutti ma schiavi di nessuno. Noi dobbiamo solo togliere di mezzo la loro richiesta danni, poi non c’è nessuna opposizione a valutare norme e argomenti che la Juve ritiene di valutare”. Ma il preaidente della Figc non ha escluso di poter considerare le richieste della Juve sulla restituzione degli scudetti: “Se sul ricorso finirà pari e patta, dopo su quelli si potrà discutere”

Tavecchio: “Il Parma? Penso ripartirà dalla D”

“A fine novembre, con Taci già di mezzo (io la conosco quella gente lì tra Russia e Cipro: dopo il lavoro in banca per 8 anni ho commerciato legnami con la Russia) ho chiamato Ghirardi e gli ho detto che quella storia gli avrebbe creato problemi. Sul debito del Parma mi raccontò delle cifre della metà rispetto a quelle poi emerse. Allora gli dissi di chiedere subito un concordato extragiudiziario per restare almeno in B. Quando venne fuori che aveva già impegnato anche la mutualità, capii che non c’era più niente da fare”. Sui ritardi nelle segnalazioni della Covisoc, Tavecchio commenta: “La Covisoc è come un carroarmato. Gente in gamba che controlla i conti secondo i parametri di riferimento. E quelli in vigore erano rispettati. Da settembre è cominciato il decadimento e i tempi dei controlli ci hanno portato appunto a novembre”. Come finirà la vicenda del Parma? Per Tavecchio “è un punto di domanda. Ci sono situazioni in essere che riguardano la possibilità di mantenere la B. Ma devono essere pagati 75 milioni di debiti sportivi. C’è qualche imprenditore disposto ad accollarseli? Se non c’è, ripartirà dalla D”.

Tavecchio: “Mezza Serie A non ha i bilanci in ordine”

Ma il caso Parma è soltanto la celebre punta dell’iceberg. “Da un mese – racconta Tavecchio – mangio e dormo coi bilanci della Serie A. Se ne esce solo con un piano quinquennale. In tre anni i club non ce l’avrebbero fatta: guardando i conti a breve, solo 5 o 6 società ci sarebbero riuscite”. Alla fine la Figc ha scelto per un piano di 4 anni. “Ogni anno verranno inseriti altri parametri di controllo. Già quest’anno sarà obbligatorio pagare i debiti con i club esteri e gli ultimi stipendi a maggio”. E come forma societaria ideale Tavecchio sceglie la “public company. L’imprenditore con il 25 % delle azioni e il 75 di azioni popolari”. Se pretendesse subito i bilanci in regola, quante squadre potrebbero iscriversi alla Serie A? “Se siamo bravi il 50 per cento… Ma non temo altri casi Parma nel prossimo campionato”, assicura Tavecchio.

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25 anni, milanese, giornalista professionista freelance. Liceo classico, studi umanistici e poi il master in giornalismo alla Walter Tobagi. Ho lavorato per Sportmediaset, Telelombardia, Goal.com, Datasport e Milanotoday.

1 COMMENTO

  1. Il Grande Maestro Enzo Biagi:
    “Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome, una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”

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