Bilancio Liga

Bilancio Liga. La Lega calcio spagnola ha pubblicato il resoconto economico della stagione 2013-14 mostrando i dati aggregati di Primera e Segunda Division. Si sono evidenziati alcuni significativi miglioramenti rispetto alle due precedenti annate sportive, 2011-12 e 12-13, con le quali sono stati incrociati i dati per mostrare le tappe di un percorso che, lentamente, sta portando il calcio iberico alla sostenibilità. Per la IFFHS, quello spagnolo è il campionato migliore al mondo.

Bilancio Liga, il 27,8% dei debiti appartiene a Real e Barcellona

In particolare, ponendo a confronto l’annata sportiva precedente con la stagione 11-12, si evidenzia una significativa diminuzione del debito per 558 milioni di euro (3,315 miliardi a 2,757). Il calo è stato progressivo: alla fine del torneo 12-13 i dati infatti segnalavano debiti per 2,923 miliardi. In questo senso, rilevante è sottolineare che il 27,8% del totale appartiene alle due big di Spagna, Barcellona e Real Madrid che, insieme, accumulano la bellezza di 767 milioni (769 nella stagione 12-13 e 884 nella stagione 11-12).

I dati mostrano un miglioramento e tuttavia un problema che persiste. La Liga infatti aveva posto tra i suoi obiettivi quello di ridurre drasticamente l’esposizione debitoria che, nel 2014, avrebbe dovuto essere pari a circa 2,4 miliardi e nel 2017 a quota 2 miliardi. Un piano, evidentemente, non del tutto riuscito. Tuttavia è migliorata la posizione dei club col Fisco: dai 634 milioni accumulati nella stagione 12-13 si è passati ai 496 della stagione passata, traducibile, in termini percentuali, a un buon -21,9% (-139 milioni).

Meno costi e più ricavi

La stretta è stata possibile, da una parte, grazie al controllo più meticoloso di costi e spesa imposta dal Segretario di Stato dello Sport Miguel Cardenal, dall’altra, invece, grazie all’incremento dei ricavi, cresciuti del 5,4% a 2,328 miliardi di euro. In due anni, il dato aggregato è in aumento di 231 milioni,  dovuto alla crescita dei ricavi da diritti tv e alla vendita di giocatori. In diminuzione anche la spesa complessiva del 2,7%, ora a 2,172 miliardi: dati che fanno esultare Tebas, che ha parlato di un percorso, come dicevamo in apertura, che, finalmente, sta conducendo il movimento verso la sostenibilità finanziaria.

In aumento i ricavi da diritti tv, in calo quelli commerciali

Da ricordare inoltre, anche alcuni significativi dati: la ripartizione dei proventi da diritti tv, prima in proporzione 94,3%-5,7% tra Liga e Seconda Divisione nella stagione ’11-12 (con un totale di 729 milioni da suddividere secondo le percentuali), si è portata a 92,9%-7,1 della ’13-14 (844 milioni). Nella Liga, i proventi televisivi rappresentano il 43% dei ricavi totali, in Segunda il 53%. In leggera diminuzione tuttavia, quelli commerciali e pubblicitari (da 492 a 476), e gli ammortamenti per i diritti dei giocatori (82 milioni in meno rispetto alla stagione 2011-12). In calo anche gli oneri finanziari  (22 milioni) le forniture (3 milioni) mentre in aumento, di circa 9 milioni, i costi operativi. In aumento, inoltre, l’affluenza dei tifosi allo stadio: la media spettatori infatti è cresciuta del 3% (378.581). Infine, è interessante rilevare il primato digitale che fa del torneo spagnolo quello più amato e discusso in rete: su Youtube ha ricevuto infatti 1 milione di click di visualizzazione, mentre su Twitter, l’account ufficiale del campionato ha 1 milione di follower mentre 5 conversazioni su 10 che trattano di sport sono legate al calcio spagnolo.

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.