L’udienza di fallimento della Eventi Sportivi, società che fino a poco tempo fa era controllante del Parma Calcio, è stata fissata per il prossimo 21 aprile. La holding è ancora di proprietà di Giampietro Manenti e vanta crediti nei confronti del Parma Fc (leggi l’analisi di Calcio&Finanza sui conti di Eventi Sportivi).
Secondo quanto trapela da Parma dall’esito dell’udienza di fallimento, la cui notizia è stata anticipata dal sito parmaquotidiano.info, il Tribunale potrebbe affidare la gestione della holding a due curatori diversi da quelli che stanno seguendo il Parma Fc, ovvero Angelo Anedda e Alberto Guiotto. Questo perché tecnicamente la Eventi Sportivi ha creditori differenti da soddisfare rispetto al Parma Fc. Ma il Tribunale potrebbe decidere di affidare lo stesso ad Anedda e Guiotto la pratica, contando su un’azione il più possibile unitaria e coordinata della vicenda. A pesare sulla decisione del Tribunale dovrebbe però pesare non solo la questione crediti, ma anche quella un po’ intricata del marchio del Parma Fc.
Il nodo del marchio conteso
Da risolvere però c’è anche la questione del marchio del club, che l’Ufficio Brevetti ha dichiarato di proprietà del Parma Fc, ma che la Eventi Sportivi aveva ceduto alla Parma Brand, società poi incorporata nella Eventi Sportivi stessa da Tommaso Ghirardi prima di cederla alla Dastraso Holding.
Il marchio era stato utilizzato per avere prestiti da Banca Monte Parma e Ubi, per finanziare i lavori del centro sportivo di Collecchio: il classico esempio di società veicolo creata ad hoc per avere soldi da istituti di credito, dando in pegno proprio il marchio, venduto per la cifra di 31 milioni di euro. Che a sua volta serve anche al Parma per coprire i propri, di debiti.
Ma c’è anche il logo del vecchio Parma, quello noto come Ac e la cui registrazione scadeva lo scorso marzo. Enrico Bondi, commissario del fallimento della vecchia Parmalat, ne ha rinnovato la registrazione: si tratta del marchio con cui ha giocato il Parma, fino al crac dell’azienda di Tanzi. Probabile che l’intenzione di Bondi sia quella di rivendere tale marchio.