Parma, il suo presente ed il suo futuro sono ancora un rebus per tutti. Alle prime due aste per la cessione del club non sono giunte offerte ed ora tocca aspettare le prossime con l’auspicio che, almeno a quella del 28 maggio, venga formalizzata un’offerta che possa consentire al club ducale di disputare il prossimo campionato di Serie B.
Come riporta l’edizione odierna del ‘Corriere della Sera’, domani ci sarà la terza asta ed entro il 28 maggio, il Parma deve trovare un compratore altrimenti finisce tra i dilettanti. Tempi strettissimi per i curatori fallimentari, Alberto Guiotto e Angelo Anedda che puntano a far cassa cedendo il ramo d’azienda dell’attività sportiva, che dunque “rinascerebbe” senza debiti, per poi partire con probabili azioni di responsabilità e revocatorie nell’ambito del fallimento del «vecchio» Parma.
Come già detto, le prime due aste sono andate deserte, la terza è domani, la quinta e ultima è il 28. Il prezzo cala del 25% ad ogni tornata e nell’ultima, il prezzo per acquistare il club sarà di 6 milioni. Chi rileva il Parma, però, dovrà coprire i debiti sportivi per iscriversi entro il 30 giugno al campionato di B.
Questo ovviamente è il problema più grande in quanto il grosso dei debiti sportivi del Parma sono gli stipendi pregressi dell’immenso parco calciatori, circa 63 milioni su 78. L’obiettivo dei curatori sarebbe quello di arrivare in totale a 20-25 milioni di debito in modo tale da agevolare il nuovo proprietario. Cosa alquanto non semplice ma possibile.
Come riporta sempre il ‘Corriere della Sera’, c’è un passaggio tecnico non trascurabile in tutta questa vicenda: la surroga di chi acquisterà il Parma nei crediti dei giocatori. Sono crediti privilegiati da far valere nel fallimento, sperando in un riparto. È un potenziale «rientro», stimabile in 20 milioni, che andrebbe ad aggiungersi al «paracadute retrocesse», cioè i 12,5 milioni che saranno liquidati alla prima partita di serie B.