C’è un dato che può spiegare molte cose sullo stato di salute del calcio italiano. E riguarda il patrimonio netto complessivo dei club del nostro pallone. Che risulta sempre più in diminuzione: -9,4% nell’ultimo quinquennio. Il che significa, di fatto, che gli azionisti di riferimento dei club, i padroni del calcio tricolore, mettono sempre meno denaro di tasca propria nelle imprese cui fanno capo.

Spieghiamo cosa significa, con l’apporto dei numeri dell’ultimo Report Calcio. Prima di tutto, di cosa parliamo quando parliamo di patrimonio netto? Parliamo, da definizione tecnica, della consistenza del patrimonio dell’impresa. Con il termine di patrimonio netto indichiamo quindi tutte quelle fonti di finanziamento interne ad un’impresa, alle quali contribuisce il soggetto (o i soggetti) che costituiscono l’azienda.

Cala il patrimonio netto, crescono i debiti

L’ammontare del patrimonio netto indica così la consistenza dell’impegno economico dell’azionista di riferimento di una società, assieme a quello degli altri azionisti. E a leggere i dati dell’ultimo Report Calcio, tale impegno si sta facendo meno stringente. “Se guardiamo i numeri relativi alla stagione 2013/14, il patrimonio netto del calcio professionistico risulta in diminuzione del 6,7% rispetto alla stagione precedente. Ciò significa che gli azionisti fanno sempre più fatica ad immettere denaro nelle società”, ha spiegato Emanuele Grasso, partner di PricewaterhouseCoopers, società che ha collaborato alla stesura del Report Calcio 2015.

Ad analizzare il trend degli ultimi 5 anni, siamo ancora lontani dai numeri del 2009/10. In quella stagione, il patrimonio netto del calcio professionistico italiano ammontava a 406,4 milioni di euro. L’anno dopo, il crollo: 201,7 milioni di euro. Nel triennio successivo, una ripresa condita però dal dato negativo dell’ultima stagione. Si è passati dai 287,4 milioni di euro del 2011/12 ai 293,1 milioni del 2012/13, fino agli attuali 273,4 milioni di euro della passata stagione. Il che significa che il tasso di crescita annua è con il segno negativo davanti: -9,4%.

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Al contempo, guardando i dati patrimoniali, quello aggregato dei debiti sale. Nella stagione 2009/10, i debiti del calcio professionistico ammontavano a 2,797 miliardi di euro. Da qui, il tasso di crescita annuo è stato fino al 2014 del +7,1%: 3,189 miliardi di euro nel 2011, 3,436 nel 2012, 3,402 nel 2013 e 3,686 nel 2014.

In difficoltà c’è soprattutto la Serie A

Nel 2009/10, il patrimonio netto dei club di Serie A ammontava a 354,1 milioni di euro, mentre nella scorsa stagione è stato di 197,9 milioni: si tratta del secondo peggior dato dell’ultimo quinquennio, dietro il crollo a 150,3 milioni di euro nel 2010/11. Il dato dell’ultima stagione è sintomo di un calo: nel 2012/13 il dato del patrimonio netto ammontava a 254,1 milioni di euro. Nell’ambito del calcio professionistico, si tratta dell’unico campionato in calo nell’ultima stagione, con la conseguenza che a risentirne è il dato aggregato. In Serie B si è passati dai 35 milioni di euro del 2012/13 ai 59,4 della stagione successiva. In Lega Pro (1° divisione) dai 2,6 milioni ai 13,6 milioni, in 2° divisione dagli 1,4 milioni ai 2,5 milioni.

Dunque il problema è soprattutto nella massima serie. Guardando i dati in possesso di Calcio&Finanza in relazione ad alcuni club, si capisce perché. Al 30 giugno del 2012, ad esempio, il patrimonio netto della Juventus era di 64 milioni di euro, sceso al bilancio successivo a 48,6 milioni di euro. Al 30 giugno 2014, un nuovo calo, anche se meno deciso: 42,6 milioni di euro. Anche la Roma, nell’ultimo bilancio del 2014, ha visto ridursi il dato: da 49,8 milioni di euro del 2013 a 35 del 2014, con una variazione di 14,8 milioni di euro, “principalmente per il Risultato economico del periodo, negativo per 38,1 milioni di euro”.

Il Milan ha chiuso al 31 dicembre 2014 con un patrimonio netto negativo per 20,95 milioni. Come spiegato da Calcio&Finanza all’uscita del bilancio rossonero, La ricapitalizzazione necessaria dal punto di vista legale è dunque limitata a poco più di 21 milioni. Ma di fatto è già stata coperta dalla famiglia Berlusconi. Nel 2014 Fininvest ha infatti effettuato versamenti in conto capitale per 53 milioni di euro. E occhio ai numeri del 2015. Perché ci sono società come la Lazio che hanno visto il patrimonio netto calare negli ultimi 9 mesi di gestione, quella compresa tra il 30 giugno 2014 al 31 marzo 2015: i biancocelesti sono passati da un patrimonio netto di 15,72 a 1,67 milioni di euro.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.