Parma, una società di calcio, una città, una tifoseria ancora in ansia perché né del presente né del prossimo futuro si ha certezza. Alla terza asta svoltasi lunedì nessun compratore si è fatto avanti per rilevare il club con un’offerta minima di 8,5 milioni di euro. Mancano due aste per poter procedere all’acquisto: per ogni rinvio, all’asta successiva il valore scende del 25%, il che significa che all’ultimo appuntamento, quello del 28 maggio, la cifra di partenza sarà di 6 milioni di euro. I tempi sono stretti. Se si riuscirà a procedere all’acquisto del Parma, ci saranno poi da onorare i debiti (molti dei quali legati agli oneri nei confronti dei calciatori) entro il 30 giugno. Come avevamo riportato stesso noi di C&F lunedì, ad interessarsi della vicenda Parma è il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che in uno scambio di battute con l’allenatore del club ducale, Roberto Donadoni, ha espressamente detto di aver invitato un imprenditore ad acquistare il club quanto prima. Questo imprenditore non sarà però sicuramente Massimo Zanetti. Infatti, il manager che in passato ha ricoperto anche la carica di presidente del Bologna, in una nota ufficiale ha spiegato che: “in merito a quanto recentemente riportato da alcuni organi di stampa, Massimo Zanetti precisa che tutto quanto scritto relativamente ad un suo presunto interesse nei confronti del FC Parma è totalmente privo di fondamento e viene pertanto smentito fermamente”.
A questo punto è tutto da rifare se realmente il proprietario della Segafredo non è intenzionato ad acquistare il Parma. Mancano solo otto giorni all’ultima asta ed il rischio che un club come il Parma, con un bacino d’utenza notevole ed una sua storia calcistica importante rischia addirittura di ripartire dai Dilettanti. Entro il 28 deve uscire il nuovo presidente del Parma e soprattutto affrontare quel passaggio tecnico di cui tanto si parla negli ultimi giorni: la surroga di chi acquisterà il Parma nei crediti dei giocatori. Sono crediti privilegiati da far valere nel fallimento, sperando in un riparto. È un potenziale «rientro», stimabile in 20 milioni, che andrebbe ad aggiungersi al «paracadute retrocesse», cioè i 12,5 milioni che saranno liquidati alla prima partita di serie B.