Una perquisizione da parte degli agenti della Digos è in corso nella sede della Federcalcio nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. Nell’indagine risulta indagato per tentata estorsione il presidente della Lazio, Claudio Lotito. A quanto si è appreso – fa sapere l’Ansa – l’inchiesta è scaturita dalla registrazione di una telefonata con Lotito consegnata agli inquirenti dal dg dell’Ischia Calcio, Pino Iodice nei mesi scorsi. I presunti illeciti riguardano l’erogazione di finanziamenti a società calcistiche. L’inchiesta è condotta dai pm di Napoli Vincenzo D’Onofrio, Vincenzo Ranieri, Stefano Capuano e Danilo De Simone ed è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Sarebbero stati perquisiti anche gli uffici di Tavecchio e Macalli, senza che questi ultimi però risultino indagati.
Tutto dunque sarebbe partito da quella telefonata con Pino Iodice, nella quale il presidente della Lazio – e consigliere della Federcalcio per le riforme, prima che Tavecchio gli togliesse la delega – diceva, tra le altre cose, sulla Lega Pro: “Ho un programma, in sei mesi incrementerò i ricavi, porterò uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A e 14 milioni in più di Rcs e Figc”. Una telefonata, registrata dal dirigente dell’Ischia, che potrebbe costare cara a tutto il calcio italiano: sempre da lì sarebbe partita l’indagine dell’Antitrust sugli accordi tra Sky e Mediaset per i diritti tv del triennio 2015-2018.
Iodice è stato ascoltato nei giorni scorsi dai pm napoletani come persona informata dei fatti. Lotito, in quella telefonata pubblicata a febbraio, si era detto preoccupato dal fatto che squadre economicamente deboli e con poco pubblico, come Carpi e Frosinone, potessero salire in Serie A con un danno economico per il sistema calcio. Iodice inoltre avrebbe denunciato presunte pressioni da parte di Lotito per appoggiare il presidente della Lega Pro, Mario Macalli. Da qui la contestazione di tentata estorsione.