Si può tifare un club che ancora non esiste? Negli Usa, tra i tanti esperimenti di sport&business attorno al soccer, ci stanno provando. È il caso del Los Angeles Football Club, la nuova franchigia che, secondo i piani della proprietà (di cui parleremo) dovrebbe fare il proprio esordio nel campionato statunitense a partire dalla stagione 2018.

Nel frattempo, la nuova franchigia ha fatto tutto quello che si deve fare per attrarre investitori e tifosi: ha svelato un progetto, che per prima cosa prevede uno stadio nuovo di pacca da 250 milioni di dollari. Una struttura integrata nel tessuto urbano di Los Angeles, in una zona storicamente dedicata allo sport: sorgerà vicino al Coliseum Memorial, lo stadio dove si sono svolte le edizioni del 1932 e del 1984 dei Giochi Olimpici.

Gli investitori nel progetto LAFC

La società che controllerà il club sarà guidata da tre persone. Il primo sarà Henry Nguyen, venture capitalist (cioè un finanziatore di imprese al loro stadio iniziale, con una partecipazione attiva al business) di origine vietnamita. Sposato con la figlia del primo ministro di Ho Chi Min, è diventato famoso per aver portato nel 2013 il primo Mc Donalds in Vietnam (Paese dalla popolazione più giovane del Sud-Est asiatico), nonostante al potere ci fosse il Partito Comunista. Accanto a Nguyen ci saranno Peter Guber, imprenditore già attivo nello sport come co-proprietario della squadra di basket di Golden State Warriors e dei Los Angeles Dodgers di baseball, e Tom Penn, già executive della Nba.

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“Magic” Johnson, Nguyen e Guber, tre degli investitori della nuova franchigia

Il trio sarà accompagnato, nell’impresa, da businessmen asiatici come Ruben Gnagaligam, amministratore della società che fa capo alle maggiori attività portuali malesiane, assieme a Vincent Tan. Ovvero, una vecchia conoscenza del calcio europeo: Tan, che nel 2010 è entrato nella lista Forbes con un patrimonio personale stimato in 1,3 miliardi di dollari, ha già fatto affari nel pallone del Vecchio Continente, investendo nel Cardiff City, nel Sarajevo e più di recente nel club belga del Kortrijk. Ma la lista di nomi non si esaurisce qui, perché saranno presenti altri imprenditori, un gruppo di diciassette minority owners in tutto, tra i quali spiccano Magic Johnson e l’ex calciatrice Mia Hamm.

Come costruire una comunità attorno a un club

Tutto ruota allo stadio ed alla comunità che si creerà attorno al club. La struttura costerà 250milioni di dollari e nelle intenzioni del club darà lavoro a 1200 persone durante la sua costruzione, oltre ad altre 1800 in maniera permanente. Il progetto non è stato di facile gestazione, perché i lavori di demolizione della Sports Arena e il report sull’impatto ambientale hanno rallentato i lavori, facendo slittare il debutto del Los Angeles Fc al 2018 anziché un anno prima, come previsto inizialmente.

Lo stadio porterà nuova linfa alla parte sud di Los Angeles, dove è presente l’università della Southern California, e con il cui campus potrebbe aprirsi una collaborazione. Negli Usa, lo sport si forma soprattutto a livello collegiale e ciò accade soprattutto con le tre maggiori attività negli Usa: in particolare il campionato di basket Ncaa è molto seguito e da qui spesso le squadre di Nba pescano i propri futuri talenti. E molti sono i college che offrono borse di studio e accessi a studenti che eccellono nello sport.

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Il rendering dello stadio del LAFC da 22mila posti

La University of Southern California detiene l’uso della Sports Arena, dove oltre al Coliseum c’è anche l’Exposition Park: la cessione dei diritti al neonato club di soccer porterebbe soldi all’università (che è privata), ma farebbe anche girare l’economia locale: nei forum locali, in molti sono quelli che auspicano un potenziamento dei trasporti di massa della zona, soprattutto quelli che abitano della San Gabriel Valley.

L’arrivo di un nuovo club contribuirebbe quindi alla comunità in termini di lavoro, scuola, economia. Tutte vie che di riflesso servono a trovare nuovi tifosi. La curiosità sta nel fatto che mentre il club non esiste ancora, sui social è presente da tempo: attualmente il LAFC può contare su 11200 fan su Twitter, 17mila like su Facebook e 6mial seguaci su Instagram. Su tutti i canali, di recente, è stata lanciata l’iniziativa “Let’s build this club togheter” per trovare nuovi tifosi e le risposte non mancano, con persone che mandano la propria foto in giro per gli Usa esibendo le sciarpe del club.

Ed esiste già anche il gruppo di riferimento per chi vuole fare il tifo: la Black Army 1850. Come spiega il sito del club, il nome si ispira (oltre che a quello che dovrebbe essere uno dei colori principali della maglia) all’anno in cui la California è stata annessa agli Stati Uniti. L’obiettivo non è solo fare il tifo: “Il nostro gruppo cerca di assistere il LAFC per farlo diventare un membro della comunità che rappresenti davvero la Città degli Angeli”. Di fatto, il tifo però c’entra: fare un’affermazione del genere significa in qualche modo “sfidare” una realtà come quella dei Galaxy freschi campioni dellla Mls e ormai una delle franchigie storiche del campionato. Il guanto è lanciato.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.