Dal 1978, anno a partire dal quale il presidente del Barcellona viene eletto per suffragio universale da tutti i soci del club che hanno compiuto almeno 18 anni, l’evento catalizza i media spagnoli ma non solo. Perché la scelta del numero uno di una delle polisportive più famose al mondo è una grande responsabilità. Il nome del prescelto dovrà rappresentare mes que un club sui media e nelle decisioni più importanti di un club che alla fine di questa stagione potrebbe arrivare ad incassare fino a 600 milioni di euro di ricavi.
Come funziona il meccanismo di elezione? Chi sono i candidati alla poltrona di presidente? Quali sono i loro programmi? E di cosa parliamo, quando parliamo di azionariato popolare del Barcellona? Cerchiamo di rispondere a queste e ad altre domande in vista dell’elezione del prossimo 18 luglio.
La struttura societaria del Barcellona
Dal punto di vista giuridico il Barcellona è uno dei quattro club spagnoli (gli altri sono Real Madrid, Athletic Bilbao e Osasuna) ha non essere una SAD (Sociedad Anonima Deportiva), ovvero un tipo particolare di società per azioni introdotto nell’ordinamento spagnolo con la riforma del 1990.
Il Barcellona, così come gli storici rivali del Real Madrid, è un’associazione sportiva con migliaia di associati, il cui voto pesa quanto quello di tutti gli altri (una testa un voto).
La legge spagnola “del deporte”, risalente al 1990, prevede che il Consiglio di amministrazione del club debba garantire il 15% delle spese del club, cifra stabilita in base al budget di spesa presentato all’inizio della stagione. Inoltre, nel 2013 l’Assemblea dei soci ha approvato una modifica dello Statuto, secondo cui la Junta Directiva del club deve garantire a mantenere il patrimonio netto del club.
Per essere soci, ci si iscrive presso il club. Esistono tre fasce di costi, a seconda dell’età: Bebè (0-1 anno) al costo annuale di 42 euro, Infantil (1-5 anni e 6-14 anni) al costo rispettivamente di 42 euro e 88 euro, Adulto (da 15 anni in avanti) al costo di 177 euro. Prevista inoltre una categoria Senior, per i membri dai 65 anni in su, con almeno 40 anni di appartenenza al rango di socio. Nella stagione 2013/14 – quella relativa all’ultimo bilancio disponibile – i soci erano 153mila, contro i 161mila dell’anno precedente. I ricavi dalle iscrizioni dei soci si sono mantenuti costanti, grazie ad una politica di ritocco del prezzo di adesione al club: tra il 2010 e il 2014, le casse del Barcellona hanno incassato tra i 18 e i 19 milioni di euro a stagione.
Il vantaggio dell’essere soci, oltre a quello di far parte attivamente della vita del club, è legato ai biglietti per le gare dei blaugrana. Per fare un esempio recente, il sito del Barcellona ha pubblicato i prezzi per la gara di Supercoppa Europea contro il Siviglia in programma a Tbilisi ad agosto 2015. Entro il 1 luglio, i soci interessati a vedere la gara dal vivo, hanno potuto aderire tramite la compilazione di un forum online alla trasferta, a prezzi vantaggiosi: dei 2659 biglietti disponibili, l’85% (1808 ticket) erano riservati ai soci, al prezzo unico di 14 euro. In caso di richieste più alte, si procede al sorteggio tra i soci richiedenti presso un notaio. Si può perdere lo status di socio: o per decisione del socio stesso, o per la sua morte, o per motivazioni disciplinari gravi o, infine, per il mancato pagamento delle quote.
L’Assemblea dei soci è il massimo organo del governo blaugrana. Viene convocata in tre modi possibili: dalla Junta Directiva, per propria iniziativa o per iniziativa di almeno il 10% dei soci o il 30% dei soci delegati. Questi ultimi sono coloro che compongono l’Assemblea: sono designati e restano in carica per due anni. Per essere designati, bisogna essere soci maggiorenni ed avere la tessera da almeno un anno. La selezione avviene mediante sorteggio dell’1,5% dei soci complessivi, più circa l’1% dei soci con maggiore anzianità. I compiti dell’Assemblea comprendono l’approvazione del bilancio e del budget predisposti dalla Junta, l’eventuale modifica allo Statuto, la determinazione delle quote associative annuali dei soci, l’autorizzazione alla vendita di beni appartenenti al club e l’autorizzazione alla Junta di stipulare contratti commerciali per lo sfruttamento del marchio durante gli eventi ufficiali.
La Junta Directiva è scelta dal presidente eletto e ratificata dall’Assemblea dei soci. Ha la funzione di delineare le linee guida economico-sociali del club redigendo il bilancio e predisponendo il budget e scegliendo strategia e obiettivi stagionali del club. Il numero dei membri è compreso tra un minimo di 14 e un massimo di 21 ed il loro mandato dura 4 anni.
Il presidente viene eletto mediante suffragio universale, dura quattro anni e non può essere eletto per più di due mandati consecutivi. Possono partecipare tutti i soci in carica da almeno 10 anni e dai 18 in su d’età. Presiede e guida l’Assemblea e la Junta, nonché svolge funzioni di rappresentanza del club. Inoltre, ha un ruolo di garanzia a livello economico: ciò significa che non mette un euro in sede di acquisti per il calciomercato, ma si impegna a ripianare le perdite del club. Il presidente, per Statuto, è anche patron della Fundaciò Barcelona, associazione senza scopi di lucro nata nel 1994 per finanziare progetti legati alla cultura sportiva in Catalogna e diventata di fatto forziere del club.
Le candidature
Entro il 4 di luglio, i precandidati devono presentare almeno 2.500 adesioni (poco più di una formalità) per diventare ufficialmente candidati. La procedura elettorale è gestita da un Electoral Board, composto da 5 membri sorteggiati tra i soci aventi diritto di voto (maggiorenni e soci da almeno un anno). Il loro compito è quello di dirimere eventuali controversie, accettare le precandidature, compilare la lista elettorale, vigilare sul processo di voto, pubblicare il risultato delle elezioni.
Ogni candidato, come stabilito dal comma 4 dell’articolo 48 dello Statuto, deve presentare delle garanzie bancarie all’Electoral Board, condizione stabilita anche dalla legge numero 10 del 1990 che obbliga i consigli d’amministrazione di una Sociedad Anonima Deportiva a garantire il 15% delle spese sostenute dal club. Il presidente si pone come garante economico del club: poiché è lui a scegliere i membri della Junta, sono lui e i suoi componenti a impegnarsi a contribuire a ripianare eventuali perdite. Per essere accettate in via preliminare, le candidature devono ricevere il sostegno di un numero di soci non inferiore al 50% dei soci delegati che compongono l’Assemblea Generale. Tali soci devono avere diritto di voto (ricordiamo: maggiorenni e con un anno almeno di status da socio) e possono esprimere una sola preferenza di sostegno. Nel caso di candidatura singola, se ritenuta conforme dall’Electoral Board, chi la presenta viene direttamente dichiarato vincitore.
La campagna elettorale ufficiale dei singoli candidati dura sette giorni a partire dalla proclamazione dei candidati. Sulla regolarità di questa vigilia l’Electoral Board, che deve assicurare che ogni candidato rispetti l’altro durante gli eventi pubblici e le altre forme di propaganda. Il club si impegna a mettere a disposizione dei candidati le proprie strutture per gli eventi organizzati dai candidati: le spese sono a carico dei candidati stessi. Non è un caso che spesso siano benestanti: si tratta quasi sempre di avvocati, docenti universitari di spicco o capi d’industria locale. Alle loro spalle, di solito agiscono dei movimenti, che somigliano a partiti politici: dotati di sito web, programma elettorale e lista di candidati (che in caso di elezione del capolista finiscono nella Jubta Directiva), fanno anche da base economica per la campagna elettorale.
I candidati del 2015
Al momento, in molti sono concordi nel ritenere che l’elezione del 18 luglio sarà una formalità, un ballottaggio tra l’ex presidente Joan Laporta e l’attuale numero uno Josep Bartomeu, divenuto presidente dopo l’abbandono di Sandro Rosell in relazione al caso dell’acquisto di Neymar. Oltre a Laporta e Bartomeu, gli altri candidati sono Agustì Benedito, Jordi Farre, Jordi Majò, Toni Freixa (ex portavoce del club) e il gruppo Seguiment FCB.
Laporta e Bartomeu sono i due giganti di questa tornata elettorale: entrambi ricoprono o hanno già assunto la carica di presidente. Laporta, avvocato con un passato da attivista per l’indipendenza della Catalogna, è stato presidente del Barcellona dal 2003 al 2010, quando ha lasciato il posto a Sandro Rosell. A fine anni Novanta creò un movimento chiamato Elefant Blau, che servì a denunciare la gestione dell’allora presidente del club, Josè Maria Nunez. In particolare, veniva contestata la possibilità che il club venisse quotato in Borsa. Alla fine del 1997, Laporta riuscì ad ottenere una mozione di censura contro Nunez. L’esito fu favorevole all’allora presidente, ma Elefant Blau prese comunque 24mila voti a favore. Questo risultato, unito alle pressioni del movimento per conoscere la situazione debitoria del club, portò Nunez alle dimissioni nel 2000.
Nel 2003, Laporta è riuscito a diventare presidente: sotto il suo mandato, il Barcellona ha vinto tutto. Laporta ha portato al Camp Nou gente del calibro di Ronaldinho; Eto’o, Marquez e Deco. Il club è tornato a vincere la Champions nel 2006 con Rijkaard in panchina e dando poi vita al ciclo di Guardiola e degli “alieni”. Come avvenuto nella sua prima elezione, Laporta vuole puntare sui grandi acquisti. Il suo programma elettorale negli ultimi giorni è ruotato su un grande nome: quello di Paul Pogba. Un nome sfruttato anche per cercare di destabilizzare l’avversario, come successo dopo l’incontro tra i dirigenti blaugrana e della Juventus a Milano. Non solo, ma i grandi nomi ci saranno anche nella Junta Directiva: un posto sarà garantito a Eric Abidal, ex capitano blaugrana. Lo slogan della sua candidatura è “Per la Masia, per Unicef, per la Catalogna”, che riassume i tre capisaldi della sua politica: ingrandire e implementare le giovanili, far tornare Unicef sulle maglie blaugrana, includere il club nel processo di indipendenza della Catalogna.
Josep Bartomeu è attualmente presidente del club. Ha preso il posto di Rosell dopo la questione del pagamento di Neymar al Santos. Ha fatto parte della polisportiva del Barcellona come giocatore di basket: per questa sua esperienza, durante la presidenza di Laporta ha fatto parte della Junta Directiva del Barcellona come responsabile della squadra di baloncesto. Per alcune scelte compiute da Laporta e da lui non condivise, si è dimesso dalla Junta nel 2005, rientrando nel governo Blaugrana nel 2010 come vicepresidente, dopo aver appoggiato la candidatura di Sandro Rosell, di cui è amico personale dai tempi dell’università. Sotto la sua gestione, il club nell’ultima sessione estiva del mercato – prima del blocco Fifa – ha speso 157 milioni di euro, portando a casa il Triplete. Anche Bartomeu punta molto sul mercato: Pogba è al centro del progetto, ma anche c’è anche Arda Turan. Il giocatore ha firmato con il club, ma l’acquisto è stato di fatto eseguito ma “congelato” dalla Junta Directiva, che non potrà ratificarlo prima del 18 luglio, data delle elezioni. Portà farlo dal 19 in avanti, giorno in cui Bartomeu potrebbe ritrovarsi confermato presidente. Nel suo programma, ci sono anche le infrastrutture. Al centro del suo progetto c’è anche un’Università del Barcellona, da costruire nei terreni di Las Cortes, vicino al Camp Nou. Costo: 600 milioni di euro complessivi.
Agustì Benedito punta su bilancio sostenibile e trasparenza. Proprietario dell’omonima azienda di concessionaria auto e numero uno del Barcelona Export Group (società di consulenza per aziende catalane che vogliono internazionalizzarsi), Benedito è socio del club dall’età di 18 anni. Nel 2010 si è candidato alla presidenza, arrivando secondo con 8mila voti. Il suo programma è corposo: prevede 100 proposte per il club, divise per categorie. I punti principali riguardano la fine della dipendenza economica del club dal player trading, il rendere pubblici gli atti dell’Assemblea, il miglioramento dei rapporti con le aziende regionali in ambito marketing, la costruzione di un mini estadi da 6mila posti e la creazione di una segrteria tecnica attorno alla quale far ruotare la gestione della parte calcistica del club.
Il programma di Jordì Majo è riassumibile nelle sue dichiarazioni ufficiali: “Il mio direttore sportivo sarà Michael Laudrup. Non è una scelta mediatica perché avrei potuto optare per altri nomi, bensì dovuta al grande spessore umano e professionale. Chi dubita del suo essere “barcellonista” solo per il suo passato anche al Real Madrid non sa di cosa parla. Abbiamo un pre-contratto firmato da un mese e mezzo. Lo sponsor principale? Di certo non rinnoveremo con Qatar Airways, abbiamo una posizione piuttosto rigida da questo punto di vista”. Nel suo programma c’è anche il basket: previsto in caso di elezione il ritorno nel club del cestista Pau Gasol, che ha già giocato nel Barça dal 1999 al 2001.
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(Un esempio di programma elettorale: quello di Jordi Farrè)
Jordi Farre si candida a capo di un movimento, il “Som Gent Normal”. Appoggiato da professionisti di varia natura (con lui ci sono il ceo di un’azienda di ingegneria e outsourcing e un avvocato ex giocatore della squadra di pallamano del Barça), Farre ha come obiettivo quello di fare del club il numero uno al mondo per ricavi – mettendola quindi sul piano della rivalità economica con il Real Madrid, club dal fatturato più alto di tutti secondo Deloitte – ma anche creare una squadra per disabili per ogni categoria della polisportiva Barcellona, implementare il brand, riformare l’Assemblea dei soci eliminando il sorteggio per nominare i soci delegati, includere la bandiera catalana nella prima maglia del club.
Toni Freixa è il socio numero 62.778 del Barcellona, avvocato ed ex docente universitario di diritto civile, è stato spesso coinvolto nel club. Ha appoggiato la candidatura Lluis Bassat di Elefant Blau nel 2000. Nel 2003 ha fatto parte nella Junta Directiva con Laporta presidente, nel 2010 è stato nominato portavoce del club da Sandro Rosell. Il suo è un programma in 11 punti riassunto nello slogan “Sabem a que juguem” (Sappiamo giocare): comprende rafforzamento del brand e della Masia e la riforma interna della struttura con un maggiore coinvolgimento della Junta nella gestione del club.
La particolarità di queste elezioni sta nella presenza del sodalizio Seguiment FCB. Nato come gruppo su Facebook per raccogliere le richieste dei soci per le gare del Barça in giro per l’Europa, nel tempo si è trasformato in una sorta di hub al quale i tifosi si rivolgono per organizzarsi per le trasferte di Champions. L’obiettivo di Seguiment è quello di “dare voce ai soci. Tutti parlano di quello che potrebbe succede con l’arrivo di Pogba e non delle esigenze dei soci. Ci trattano come clienti, non come tali”, hanno spiegato i componenti del gruppo in una recente intervista al Mundo Deportivo.
Volevo farvi i complimenti per questo pezzo lungo ma esauriente. Bravi a spiegare anche questione Turan.
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