Con West Bromwich Albion – Manchester City di questa sera si chiuderà la prima giornata di Premier league. Il campionato è ripartito e con esso una macchina economica impressionante. Se da più parti si discute sul reale peso tecnico del torneo (per alcuni il migliore al mondo, per altri non superiore a Liga, Bundesliga e Serie A) di certo non ci sono dubbi sul fatto che il massimo campionato inglese sia un modello planetario dal punto di vista organizzativo, che non vuol dire che non manchino problemi.
Il presidente della Premier League, Richard Scudamore, è intervenuto, proprio un attimo prima dell’inaugurazione della nuova stagione a puntualizzare le sfide 2015-2016. A partire da affluenza, biglietti, diritti tv e qualità dello spettacolo in campo.
Scudamore chiude, come sempre ha fatto, all’eventuale introduzione di “quote sugli stranieri” e rilancia anzi la sfida ai club che a suo dire devono produrre “maggiori e migliori giocatori del vivaio”. Va ricordato comunque che in Inghilterra vige un regolamento per il quale un extracomunitario può essere ingaggiato solo se acquisisce precedentemente lo status di “internazionale” ovvero viene convocato dalla sua nazionale.
“Quando si parla con i dirigenti – spiega Scudamore – sono tutti d’accordo nel ritenere che bisogna incentivare un programma di sviluppo qualitativo che renda i giocatori migliori, piuttosto che quote artificialmente imposte”, ha detto. “Stiamo dicendo questo da sempre. Non pensiamo che le quote siano necessariamente la risposta.”
Scudamore prevede poi che quest’anno la Premier League rompera il suo record di presenze grazie in parte alla riduzione dei prezzi dei biglietti. Più della metà dei club della massima serie hanno congelato o tagliato i prezzi dei biglietti per il 2015-16 in parte considerando che il super accordo sui diritti tv da 5,2 miliardi di sterline a partire dal 2016 (che garantirà 150 milioni di euro anche all’ultima qualificata) potrebbe andare in parte a garantire nuove entrate.

Va ricordato che lo scorso anno la Premier ha avuto 13,7 milioni di spettatori totali e che quest’anno un incremento sarà inevitabile, anche alla luce delle migliorie e degli ampliamenti portati ad alcuni stadi tra cui l’Etihad che sarà il prossimo (domenica per Manchester City – Chelsea) a riaprire i battenti dopo l’expansion a 54 mila post (dai 45 mila precedenti).
“I club riconoscono che il prezzo del biglietto è un problema”, ha detto a Sky Scudamore. “Ma penso che stiamo effettivamente andando a rompere il nostro record di presenze nella prossima stagione in termini di occupazione”. Ovviamente non si fissano obiettivi, anche perchè la Premier league è ad un punto maturo della sua crescita: lo scorso anno la minore affluenza fu al Villa Park di Birmingham dove l’Aston Villa fece il 78% medio nel proprio stadio (sarebbe un record ovunque in Italia tranne che allo Juventus Stadium) mentre ben 11 società si sono collocate sopra il 95% di riempimento (record al West Ham con il 99,6% davanti al Manchester United 99,5%).
In Inghilterra il sistema di bigliettazione è molto diverso dall’Italia. Innanzitutto per mentalità: il valore dell’abbonamento è dato dal prezzo del posto a sedere moltiplicato esattamente per il numero di partite che si giocheranno. In Italia invece la mentalità dominante considera l’abbonamento non solo una “assicurazione” del posto ma anche uno sconto sul posto stesso. Se si fanno calcoli si scopre che i prezzi dei posti in abbonamento in molte società minori sono bassissimi, anche tra i 5 e i 10 euro a partita.
Quest’anno il “season ticket” meno caro sarà al Manchester City (329 sterline). La logica di fondo è quella di “garantire” il posto soprattutto per le partite di cartello (tipo il derby con lo United o la sfida contro il Chelsea che si giocherà già domenica prossima 16 agosto) in occasione delle quali i prezzi andranno alle stelle, anche perchè sono moltissimi, comunque, gli abbonati che si rivendono le proprie tessere spesso riuscendo a ripagarsi in una o due partite il proprio abbonamento annuale.
Esiste, del resto, un sistema regolare, di compravendita online di tagliandi, alimentato dall’altissima richiesta degli stessi. Soprattutto nelle tre città principali: Londra, Liverpool e Manchester.

L’altra differenza è il gap contenuto tra gli abbonamenti più cari e quelli più economici. Il massimo lo si raggiunge al West Bromwich Albion dove i posti migliori in abbonamento costano 449 sterline mentre i più economici 349. Un po’ come se, per dire, un Verona o un’Atalanta, vendessero i posti in tribuna ad un prezzo superiore solo del 20% in più rispetto ai posti in curva. L’idea fa parte di una politica di fondo per cui è meglio far andare le famiglie allo stadio (applicando poi ulteriori sconti agli under 16) e quindi agevolare l’acquisto “di gruppo” degli abbonamenti.
Chi avrà i biglietti più cari sarà ancora l’Arsenal: si va da 1.035 sterline per il più economico alle 2.039 per il più caro tra i tagliandi stagionali all’Emirates. Ma gli under 16 hanno offerte speciali a 349 sterline. In pratica il doppio del Chelsea (da 525 a 1.950 con under 16 a 285) che ha prezzi allineati a quelli del Manchester United (532-950, u16 a 190).
Offerte molto targettizzate al Manchester City che ha i popolari a 299 ma anche i VIP a 1.750 e gli under 16 a 125 euro. Mentre ad Anfield per il Liverpool si va da 710 a 869 (una differenza davvero minima tra curve e tribune) e under 16 a 180 sterline, ovvero meno di 10 sterline a partita.