Nei giorni scorsi C&F ha analizzato i prezzi degli abbonamenti di serie A chiedendosi se i prezzi fossero all’altezza delle aspettative dei tifosi e se non ci fosse la possibilità di rimodulare le offerte in modo da alzare nettamente la domanda di tagliandi in futuro.

Oggi il Corriere dello sport ha pubblicato i dati aggiornati al 17 agosto, quindi 5 giorni prima del via del campionato, per verificare l’andamento delle vendite.

E alla luce dei dati disponibili si può dire: “Ok, il prezzo è giusto”! Fin qui infatti sono state vendute il 96,57% delle tessere rispetto alla scorsa stagione. Non c’è un incremento nelle vendite, ma nemmeno un crollo, anche se interessante è vedere il comportamento dei tifosi rispetto alla loro squadra.

La vendita degli abbonamenti da sempre rappresenta una sorta di termometro umorale dei tifosi. Che si abbonano anche e soprattutto in base alla campagna acquisti fatta dalla squadra. L’indice percentuale di vendite anno su anno può essere quindi anche letto come un indice di gradimento rispetto alle scelte societarie.

Squadra L’anno scorso Quest’anno Già sottoscritti %
Carpi 1179 3400 188,38
Frosinone 3040 6000 97,37
Udinese 6207 10100 62,72
Milan 19500 25000 28,21
Inter 22000 25000 13,64
Torino 10074 10600 5,22
Bologna 9571 10051 5,02
Juventus 28000 28000 0,00
Genoa 16500 16450 -0,30
Sampdoria 18077 18000 -0,43
Empoli 6201 6140 -0,98
Chievo 7126 7000 -1,77
Palermo 9730 9500 -2,36
Hellas Verona 14107 12700 -9,97
Roma 26000 23000 -11,54
Sassuolo 8773 7000 -20,21
Fiorentina 23160 17000 -26,60
Atalanta 10678 7481 -29,94
Lazio 17400 10100 -41,95
Napoli 8300 4000 -51,81
265623 256522 96,57

 

Nella serie A di quest’anno si conferma la Juventus che ha già raggiunto il massimo di abbonamenti vendibili, 28 mila, nonostante il suo prezzo minimo fosse il più alto tra quelli offerti in serie A.

In attesa di conoscere i dati ufficiali delle neopromosse Carpi e Frosinone (quelli disponibili sono solo stimati) e stante l’inevitabile aumento degli abbonamenti dell’Udinese (il Friuli lo scorso anno ha operato a capienza ridotta) si può dire che è il Milan la squadra che più sta convincendo quest’anno i propri tifosi con un 28% in più di tessere vendute. Dato uguale a quello dell’Inter che però partiva da 3 mila tessere in più l’anno scorso.

Sempre più inspiegabile il Napoli. Già largamente abbandonata dai suoi tifosi lo scorso anno, quest’anno la società di De Laurentiis ha staccato solo 4 mila abbonamenti: una cifra incredibile se si pensa che il Napoli nella sua storia non si è mai giovato di questa continuità di risultati e si ripresenta ad una stagione in cui potrà essere protagonista in Europa oltre che un certo candidato alla zona Champions League in campionato. Nonostante questo meno della metà dei tifosi ha rinnovato.

A seguire – ed anche qui la cosa ha dell’incredibile – si trova la Lazio con il 58% di tessere rinnovate. Non è bastato il preliminare di Champions League per dare entusiasmo ai tifosi biancocelesti che evidentemente si aspettavano subito qualche colpo “da Champions” per consolidare il valore della squadra. E non se la passa diversamente la Roma: l’88% di tessere rinnovate rappresenta un arretramento rispetto allo scorso anno. Anche qui difficile capire quali dinamiche si siano mosse: alla luce delle rinnovate ambizioni era lecito attendersi una risposta diversa.

Chi invece si segnala per entusiasmo è il Bologna neopromosso, così come il Torino. Le due squadre hanno avuto un incremento del 5% delle tessere vendute. Per entrambe superata la quota simbolica delle 10 mila sottoscrizioni.

Molte sono le riflessioni attorno a questi dati. In particolare sembra confermarsi l’impressione espressa nel pezzo precedente: le società ragionano di anno in anno cercando quantomeno di non perdere soldi dagli incassi da abbonamenti rispetto alla stagione precedente. Questo è, senza ombra di dubbio, l’obiettivo, anche rispetto ad un campionato che forse avrebbe bisogno prioritariamente di riportare la gente allo stadio rimodulando i prezzi e facendo così salire la domanda di abbonamenti.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting