Può sembrare un paradosso ma non lo è. Dall’anno prossimo la Premier league dopo la scadenza del contratto di sponsorizzazione con Barclays non rinnoverà più alcun contratto di main sponsorship. Ma non si tratterà di una rinuncia onerosa, anzi: l’intento è quello di fare più ricchi i club.
Come? Semplicemente “aprendo” il mercato. L’accordo tra Barclays e la Premier League prevede infatti dei limiti di concorrenza, ovvero i club che prendono parte al campionato non possono sottoscrivere accordi con altri istituti di credito. Il motivo è abbastanza chiaro: firmando il campionato la banca si è cautelata dal ritrovarsi alcuni concorrenti sul campo con una visibilità forse anche maggiore in caso ad esempio di accordi con i top club inglesi.
L’intesa Barclays – Premier league secondo le comunicazioni ufficiali valeva 40 milioni di euro a stagione. Alcune voci inizialmente sostenevano che non ci sarebbe stato alcuna azienda pronta a corrispondere una cifra simile, tuttavia nelle settimane successive all’annuncio della fine della partnership era emerso l’interesse di Diageo – una società specializzata nella commercializzazione di bevande alcoliche – che avrebbe offerto 45 milioni di euro per il triennio.
Una proposta respinta immediatamente: non convinceva l’idea di farsi sponsorizzare da una società di bevande alcoliche in un campionato con la storia e la tradizione della Premier league, che peraltro vieta il consumo di birra sulle tribune (consentito invece in Uk in altri sport come il rugby) consentendolo all’interno dello stadio solo fino all’ingresso alle “stand”.
Tom Greenwood – direttore delle sponsorizzazioni della Premier league – non ha mai avuto dubbi: “La rinuncia allo sponsor principale impatterà relativamente poco sui conti della Premier”. Un altro calcolo che è stato fatto è relativo a tutti gli altri sponsor della Premier league. L’intento – in una fase in cui si stanno trattando tutti i rinnovi – è quello di ottenere una serie di importanti rialzi in grado di coprire quasi per intero i 40 milioni che arrivavano dalla sola Barclays. Non essere più in subordine rispetto al main sponsor, del resto, porterebbe notevole visibilità alle altre aziende, attualmente “cannibalizzate” dalla presenza del primo partner commerciale.
Una strategia da cui quindi sia i club che la lega centrale potrebbero trarre vantaggi e che potrebbe altresì aprire l’esempio ad altri campionati. In questo la Premier è sempre stata un modello organizzativo capace di anticipare i tempi. In un momento di penuria di sponsor, forse, anche la Serie A potrebbe ragionare in termini diversi.