Spesso si parla del calcio inglese come di un modello che l’Italia dovrebbe seguire. Ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. Se molto c’è da imparare nella promozione, nel marketing, nell’apertura del mercato del lavoro calcistico e soprattutto nel modo di incentivare la presenza di tifosi allo stadio, non mancano aspetti critici nella “piramide” del calcio inglese.

A evidenziare una criticità allarmante è in particolare una ricerca di insidermedia.com che ha stilato la preoccupante graduatoria del debito delle squadre di Championship, che ammonta a 1,1 miliardi di euro. La ricerca, che ha analizzato i conti finanziari più recenti per tutti i 24 club impegnati in questa stagione, evidenzia un debito totale che ammonta a quasi il doppio del fatturato collettivo della divisione.

I Bolton Wanderers sono la squadra – presieduta da Phil Gartside – con la maggiore esposizione: 182,1 milioni di sterline ovvero circa 250 milioni di euro la maggior parte dei quali è in capo a Eddie Davies, imprenditore nel settore del calore domestico, che da tempo – non è un mistero – cerca una via d’uscita dal club.

Gli altri club che hanno accumulato ingenti debiti netti sono Queens Park Rangers (£ 179.6m), Ipswich Town (£ 82,4), Cardiff City (£ 81.1m) e Hull City (£ 64.8m). Solo il Preston North End è in una posizione finanziaria positiva grazie alla decisione proprietario Trevor Hemmings di cancellare più di 34 milioni di sterline di debito negli gli ultimi conti del club.

Il dato di indebitamento dipinge un quadro allarmante delle difficoltà per molti club. In particolare per quelli che devono adeguarsi dopo la retrocessione dalla Premier League. Il fatturato totale della Lega ad adattarsi alla vita nel campionato dopo l’abbandono della Premier League. IL Fatturato totale ammonta a 646.4 milioni di sterline (circa 920 milioni di euro) con un pezzo significativo di quelle provenienti da pagamenti paracadute ai club retrocesse.

Il tema è preoccupante e rimane aperto. A nulla sembra essere servito il “paracadute” per le società che passano dalla Premier alla Championship che dal 2016 sarà corrisposto in tre anni anziché in quattro. Il costo per andare in Premier League ed aggiudicarsi i 150 milioni di euro che dall’anno prossimo saranno garantiti anche all’ultima classificata è davvero esorbitante.

Nonostante l’indebitamento pesante tra i migliori del campionato – con una media di £ 48,5 ciascuno – un recente rapporto di Begbies Traynor, società specializzata nell’analisi delle insolveze, ha comunque accertato che con l’applicazione del Financial Fair Play (FFP) le regole stanno avendo un impatto. Solo tre club dei 72 tra Championship e League 1 e 2 sarebbero affetti da “gravi difficoltà finanziarie”. La sostenibilità (nel lungo periodo), ovviamente, è un’altra cosa.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting