Ricavi Champions League-Dalla partecipazione alla Champions League, tra il 2011 e il 2014, i club spagnoli hanno incassato un totale complessivo di 434,5 milioni di euro, staccando le inglesi, “ferme” a 427,2 milioni. Tuttavia, sono i club italiani che, in media, hanno più beneficiato dalla distribuzione dei proventi UEFA, grazie soprattutto al market pool: 41,9 milioni di euro.

Sono alcuni dei dati relativi ad uno studio condotto da Football Benchmark, divisione sportiva del gigante dell’analisi finanziaria KPMG, che incorona il dominio del calcio spagnolo non solo sul campo ma anche dal punto di vista economico. Ad emergere infatti è che la bontà delle prestazioni sul rettangolo verde delle squadre iberiche si è poi tradotta in una maggiore redditività extrasportiva: dalla voce “prize money” infatti (la quota redistribuita per le performance sul rettangolo di gioco) le stesse hanno ottenuto 248,2 milioni di euro nel triennio considerato, seguite dai club tedeschi (210,3 milioni), inglesi (196,3 milioni), italiani (118 milioni) e, infine, francesi (107 milioni).

Combinando tuttavia l’ammontare del prize money con i rispettivi market pool, si scopre che, come detto in apertura, sono invece i club italiani ad aver beneficiato della migliore media di ripartizione dei ricavi provenienti dalla UEFA tra il 2011 e il 2014 (41,9 milioni di euro per club): otto soli club portati in Champions in tre anni si sono infatti spartiti un ammontare complessivo di 336 milioni di euro maturati nel periodo analizzato tra prize money (118 milioni) e market pool (218 milioni). In particolare, nella stagione 2012/13, la quota media redistribuita alle società del nostro paese è stata di 58,3 milioni di euro, la più alta del triennio considerato incassata da un club in Europa: questo è sostanzialmente imputabile al fatto che il market pool destinato alle italiane quell’anno (81 milioni di euro), è stato ripartito esclusivamente tra Milan e Juventus, le uniche due squadre di Serie A che hanno preso parte a quell’edizione della coppa.

Alle spalle dei club italiani, quelli spagnoli e tedeschi con 36,2 milioni di euro di media, poi le inglesi con 35,6 milioni. La Francia, che, similmente all’Italia, ha potuto contare su soli 8 club in tre edizioni della Champions League, ha ricevuto un ammontare complessivo di 252 milioni di euro, il più basso tra i cinque maggiori campionati europei in termini di prize money e market pool (85 milioni in meno rispetto alle italiane) e una media per club di “soli” 31,5 milioni di euro.

Ma quanto conta spendere e aumentare il monte ingaggi per ottenere migliori prestazioni sul campo, una maggiore redditività e, dunque, un miglior ritorno sugli investimenti? L’analisi di KPMG infatti, si è concentrata poi sul rapporto tra il costo del personale sostenuto dai club dei maggiori campionati continentali e i proventi ottenuti dagli stessi dalla partecipazione alla Champions League. Tra la stagione 2011/12 e 2013/14 infatti, una media dei ricavi UEFA incassati da ciascuno (37 milioni) ha permesso di coprire approssimativamente il 22% della massa salariale, in media a quota 166 milioni di euro.

E se i club spagnoli si sono mantenuti in linea con la media generale, per quelli inglesi il rapporto è sceso clamorosamente dal 19% del 2011/12 al 13% del 2013/14 (considerando un aumento del monte ingaggi e performance più scadenti sul campo). Per i club italiani invece, il rapporto si è sostanziato tra il 24%-37%, per quelli francesi tra il 24%-29% (grazie alle performance sul campo del Psg e nonostante un aumento dei costi del personale nelle stagioni considerate). Interessante il caso della finale della stagione 2012/13 tra il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund: gli incassi Uefa hanno coperto rispettivamente il 28% e il 51% del costo del personale di ciascuno dei due club giunti all’ultimo atto del torneo europeo. Complessivamente, i proventi ottenuti dai club di Bundesliga in quell’edizione della Coppa hanno contribuito a coprire più di un terzo della massa salariale dell’anno considerato.

In questa edizione della Champions League potrebbero essere ancora i club spagnoli a poter maggiormente beneficiare di un nuovo ciclo economico (2015-18) nel quale si redistribuiranno 1,2 miliardi di euro (il 26% in più rispetto al triennio 2012-15) e nel quale l’impatto del market pool decrementerà dal 45% al 40% in favore di un prize money che crescerà fino al 60%: lo ha sottolineato Andrea Sartori, Global Head di KPMG, che ha aggiunto come già i cinque club che prenderanno parte alla fase a gironi (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Siviglia e Valencia), si siano già assicurati 60 milioni di euro (più di un terzo del complessivo incassato congiuntamente dalle spagnole nell’edizione 2013/14), ulteriormente incrementabili attraverso le prestazioni sul campo.

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.