Fair play finanziario deficit europa – Il Fair Play Finanziario ha fatto scendere il rosso del calcio europeo a un terzo. In molti si sono organizzati per diversificare i ricavi, mentre l’Italia ha preferito spendere sul calciomercato per rientrare dagli investimenti fatti. Questa è la fotografia che possiamo scattare sulla situazione dei bilanci europei, grazie anche all’incontro che si è svolto alla Bocconi di Milano e dal titolo “Uefa Ffp-Come sta evolvendo il sistema calcio”.
E si sta evolvendo in due direzioni, il sistema calcio. Da una parte chi ha capito che è necessario puntare su più fonti di ricavi e chi è tornato a investire sul mercato e sul player trading. In mezzo, ci sono le sanzioni del Fair Play Finanziario, mutate lo scorso giugno dopo un primo step che secondo i numeri presentati si può considerare vincente.
Crescono i ricavi in rapporto ai costi
L’effetto del Fair Play Finanziario è positivo sul rosso aggregato dei bilanci dei club europei: siamo oggi a quota 500 milioni di euro, ma prima dell’era di applicazione delle regole Uefa era a quota 1,7 miliardi. Un rosso al quale l’Italia contribuiva più del 50%.
I 700 club che hanno visto i propri bilanci sottoposti al vaglio degli ispettori della Uefa hanno dimostrato per la prima volta di tenere di più ai ricavi, in rapporto ai costi. Non solo: il costo sostenuto per gli ingaggi è scesa al 62% d’incidenza dei ricavi stessi. Insomma: le squadre sono in odore di virtuosismo. E sono tornate a mettere mano al portafoglio.
I club tornano a investire, ma c’è differenza tra l’Italia e il resto d’Europa
Nell’ultima finestra di mercato, la Premier si è mantenuta sopra il miliardo, con 1169 milioni di euro e una crescita del 14%. Ma è la Francia a guidare la classifica dell’innalzamento del trend più elevato, con 303 milioni spesi contro i 134 dell’anno precedente e un +206% di crescita. Bene anche l’Italia: +92% di crescita dai 302 milioni di euro dello scorso anno ai 579 di quest’anno. La Premier fa così da locomotiva costante in Europa: in tutto, le leghe top del Vecchio Continente hanno speso 2,963 miliardi di euro, contro 2,238 miliardi del 2014/15. Tutti numeri presentati all’ultimo Soccerex di Manchester ed analizzati da Calcio&Finanza.
Numeri non casuali, se notiamo che gli investimenti sono aumentati nelle leghe dei club le cui restrizioni in materia di Fair Play sono state allentate, per aver rispettato i termini dell’agreement. Parliamo di Manchester City e Psg, che se già lo scorso anno avevano investito sul mercato, quest’anno non si sono tirate certo indietro. Anche l’Italia ha investito, aumentando del 92% le spese sul mercato. Ma con una differenza sostanziale ben spiegata dai numeri presentati da Andrea Traverso, head of licensing and Financial Fair Play della Uefa all’incontro alla Bocconi.
Prima dell’avvento e dell’applicazione del Fair Play Finanziario, il 55-60% delle società calcistiche Uefa era in perdita, solo il 25% annoverava uno stadio di proprietà e solo il 33% possedeva un proprio centro tecnico. Poi, i club si sono messi in riga. In Premier League, i ricavi sono saliti a 1,5 miliardi di euro. In Italia, di soli 200 milioni di euro.
Insomma, se eppur all’estero si muovo, in Italia “Percepiamo al riguardo una carenza di visione globale, i recenti dibattiti in Lega Calcio sembrano suggerire il prevalere della conservazione di alcune rendite di posizione rispetto agli interessi di tutto il sistema”, spiega Traverso. “Un conto è il saldo lordo, ovvero la differenza degli importi tra comprato e venduto all’interno dei giocatori di squadre Uefa, e un altro è il saldo netto, che si manifesta qualora si acquistino talenti in Sudamerica, Africa etc. Posso dire che nella campagna appena conclusa, il saldo netto è stato bassissimo. Inoltre”, ha proseguito Traverso, “accanto ai costi vanno tenuti presente anche i ricavi: solo quest’anno le squadre inglesi hanno ricevuto molto e molto ancora incasseranno nei prossimi due anni. Il rapporto tra investimenti in giocatori e ricavi in Europa è addirittura sceso“.
Ne deriva però per l’Italia un aspetto positivo. Come abbiamo analizzato sul Calcio&Finanza (leggi lo speciale calciomercato e bilanci), non è un caso che a livello di cifre il mercato migliore lo abbiano effettuato le squadre che proprio con la Uefa hanno raggiunto un settlement agreement con la Uefa, ovvero Inter e Roma. Due squadre che ora puntano sull’aumento dei ricavi complessivi, ma che hanno bisogno della Champions per mantenersi in equilibrio.
Il titolo è sbagliato.Il rosso del calcio europeo si è ridotto A un terzo, non Di un terzo. Oggi è sotto i 500 milioni ed era arrivato a 1,7 miliardi.
Gentile professore, grazie per il commento. A un terzo, è vero. Nel pezzo le cifre sono riportate correttamente, ma nel titolo è scritto male. La ringrazio per avermelo fatto notare.