Il calcio streaming online e in televisione – e più in generale gli eventi sportivi – saranno al centro dell’attenzione nella rivoluzione in termini di ascolti, ricavi, proposte e assetti che sta vivendo il mercato dell’intrattenimento, in Italia come nel resto del mondo.

C&F ha già registrato il boom di utenti che scelgono l’online (ad esempio con SkyGo) per seguire gli eventi sportivi. Ma l’escalation è solo all’inizio e il mercato è in movimento a 360° da quello pay a quello pubblicitario basati il primo sui ricavi da abbonamenti (a canali tv o online) ed il secondo sugli introiti pubblicitari.

IL MERCATO. L’ultimo rapporto di Pwc “E&M Outlook Italy 2015 – 2019” presentato ieri a Milano parla di una escalation che dovrebbe continuare nel prossimo quadriennio. Il mercato dei media e dell’intrattenimento è tornato a crescere nel 2014 (+1,7%) ­dopo i cali del 203 (-1,4%) e del 2012 (-2,9%). Le stime parlano di un potenziale di crescita del 3,6% annuo fino al 2019 quando il mercato dovrebbe attestarsi sui 34,8%.

La spesa degli utenti dovrebbe crescere di un ulteriore 4,6% (27,7 miliardi) mentre la spesa pubblicitaria crescerà molto meno (0,2%, fino a 7,1 miliardi). Nel quadro generale a fare la parte del leone sarà Internet: +7,8% medio annuo fino al 2019). Alla fine del quinquennio a guidare la crescita saranno la spesa degli utenti finali su Internet per i contenuti (12,7 miliardi, il 46% del totale) e in tv (5,4 miliardi, 19,6%).

PAY TV. Nel comparto dei ricavi da abbonati alla pay tv si sia raggiunto una specie di zoccolo duro oltre il quale è però difficile andare (in attesa di conoscere la portata dell’effetto Champions per Mediaset, a Sky il numero di abbonati è ormai stabile da tempo su quota 4,725 milioni). Per questo – per la parte relativa ai ricavi diretti – si cercano nuovi sbocchi nelle offerte in streaming o in pay per view.

Se nei 12 mesi tra luglio 2014 e giugno 2015 i ricavi totali di Sky Italia sono calati del 2,5%, la raccolta pubblicitaria, al netto dei Mondiali di calcio 2014, è invece cresciuta del 9,8%. Da lì arrivano i margini più ricchi (la raccolta pubblicitaria di una tv va, infatti, quasi tutta a margine).

Al contempo c’è grande attesa per l’arrivo in Italia di Netflix, la piattaforma a pagamento che offre film e serie tv pagando un canone mensile di 8 euro e che viene presentata come “la fine della tv generalista”, e che in America ha “rubato” più di 2 milioni di clienti alle pay-tv. È il core business di Sky e Mediaset Premium (4,7 miliardi annui) ovvero gli abbonamenti a poter subire qualche scossone.

TELEVISIONE IN CHIARO. Rai, Mediaset e La7, più che con Netflix, dovranno vedersela con i canali 8 e 9 del digitale di proprietà di Sky e Discovery. Quest’ultima ha tra i suoi canali Deejay Tv (in chiaro sul canale 9), che copre il 78% del territorio (è stata acquistata dal Gruppo Espresso per 17 milioni di euro) e recentemente ha avuto un exploit grazie ai diritti degli US Open di tennis: la finale Vinci-Pennetta ha ottenuto il 7% di share con 1 milione e mezzo di telespettatori ed è stato un risultato straordinario per una rete che raramente supera lo 0,6%, ma non un evento.

La tv diretta da Marinella Soldi ha acquisito anche i diritti di due Olimpiadi per 1,3 miliardi. Con l’acquisto del canale 9 non ha più la necessità di trovare un partner tra le generaliste perché, grazie a Dj Tv, può trasmettere, come da obbligo contrattuale, le 200 ore in chiaro.

Sky (che ha comprato Mtv da Viacom) ha invece aggiunto ai canali digitali 26 (Cielo) e 27 (SkyTg24) il più nobile 8. Murdoch, trasmettendo il Gran Premio di Misano Moto GP, con Valentino Rossi che ha ipotecato il Mondiale, su Mtv, Cielo e Sky Sport, ha dato un assaggio di ciò che potrebbe accadere agli ascolti generalisti, raggiungendo il 27% di share. E potrebbe decidere – in ossequio alla raccolta pubblicitaria – di mettere sull’8 anche X Factor, Masterchef, Bisio, Corrado Guzzanti, alcune serie tv.

Mtv8 nei primi sei mesi del 2015 ha portato a casa 17,1 mln di euro in advertising (+7,5% rispetto al 2014) e nell’anno potrebbe pesare attorno ai 30 mln di euro complessivi. E nella strategia di raccolta sta facendo rumore, in particolare, la scelta di respingere l’acquisto di spazi da parte di Premium all’interno delle partite di Europa League trasmesse in diretta e in chiaro il giovedi.

Il sistema radio-tv, dopo la caduta di Berlusconi, nonostante la lentezza di Renzi a modificare la Gasparri, si è finalmente messo in moto e sta dando lavoro. La lunga corsa è solo all’inizio e nel 2020 lo scenario potrebbe essere radicalmente mutato e irriconoscibile rispetto all’attuale.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting