Sempre più club europei stanno stringendo partnership con ditte specializzate nel trattamento dati ragionando nell’ottica dell’ottimizzazione del proprio ambiente tecnologico a 360°. Dall’organizzazione del club-azienda alle scelte tecniche di campo (la tanto celebrata – spesso a sproposito – match analysis) si moltiplicano le relazioni tra aziende dall’alto know how tecnologico e i club calcistici ad ogni livello.

Una escalation di cui C&F ha parlato negli scorsi giorni a proposito del corso proposto da Digitalsoccer Panini Digital finalizzato a formare esperti di match analysis, preparati ad utilizzare i dati nell’analisi del gioco del calcio. Ovviamente questo è solo uno di settori “aziendali” di una squadra di calcio interessati all’utilizzo di dati sempre più puntuali, anche se senza dubbio è quello a cui negli ultimi mesi (per non dire anni) si è data maggiore (e crescente) attenzione.

Ultimo in ordine di tempo è il Manchester United che ha sottoscritto un accordo triennale con HCL Technologies del quale al di là dei consueti toni amical-trionfalistici dei comunicati si sa che l’obiettivo è quello di costruire un “Xperience Lab” vicino ad Old Trafford. Un laboratorio, per dirlo chiaramente, che dovrebbe servire da una parte le strategie di coinvolgimento dei tifosi attraverso il digitale, dall’altra l’area tecnica della squadra con l’obiettivo di ottimizzare la parte atletica e le performance.

Una decisione simile è stata fatta dal Chelsea FC. I Blues hanno recentemente siglato una partnership con la rivale indiana HCL, Wipro. Tuttavia, la collaborazione sembra meno ambizioso a prima vista. La gestione del club londinese ha parlato molto più semplicemente di una partnership che si inserisce tra quelle finalizzate a promuovere l’immagine del club in un mercato di grande interesse come quello asiatico.

E il mercato cresce anche fuori dall’Inghilterra. Da diverse stagioni, SAP sta lavorando con la Federcalcio tedesca e l’azienda ha recentemente siglato una partnership con il Manchester City (registrato qui da C&F). Il Barcellona ha invece firmato un accordo a lungo termine con Intel (una intesa molto remunerativa che ha passato anche qualche vicissitudine di tipo commerciale). Infine, il Real Madrid ha ufficializzato lo stesso tipo di collaborazione con Microsoft (ne abbiamo parlato qui).

I comunicati sulle relazioni tra club e partner tecnologici, naturalmente, sono sempre molto fluidi, per non dire confusi. Ma due aspetti emergono abbastanza evidentemente quando le intese vengono presentate: da una parte la necessità di sviluppare la relazione coi tifosi e l’utilizzo dei dati nei processi interni, ovvero ciò che per un club moderno rappresenta la principale fonte di ricavo e la necessità di un corretto metodo di funzionamento. Dall’altra parte gli aspetti tecnico-atletici dell’area sportiva (ovvero un elemento decisivo per un club vincente).

Ecco quindi due “perché”: i club investono in tecnologia per essere moderni e vincenti. Sono moderni quando organizzandosi al meglio e spingono le leve dei loro ricavi: la relazione coi tifosi, i rapporti commerciali, la valorizzazione del prodotto attraverso la vendita di diritti tv. Sono vincenti quando ottengono risultati sul campo: per ottenerli cercano strumenti sempre più avanzati di analisi e conoscenza delle prestazioni. Modernità e successo vanno su due binari paralleli ma distinti, indirettamente collegati ma comunicanti.

In questo senso si dovrà muovere anche l’Italia dove – benchè per lo più prevalga un approccio più “artigianale” nella gestione dei club – esistono aziende all’avanguardia nello studio e nell’applicazione di soluzioni tecnologicamente avanzate, in grado quindi di supportare i club, ed in cui i corsi come quelli finalizzati a formare esperti di match analysis rappresentano la prima frontiera di un cammino che è già iniziato.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting