Salvo sorprese clamorose mercoledì Bee Taechaubol sarà il nuovo socio del Milan con il 49% delle quote per 480 milioni di euro. Una cifra considerata fuori mercato: il presidente della Juventus Andrea Agnelli lo ha detto – rispondendo a precisa domanda – in una conferenza stampa di qualche mese fa, ma non è solo, la cifra cosiderata dagli addetti ai lavori fuori mercato, perché presuppone una valorizzazione complessiva di unmiliardo di euro. La rivista economica Forbes la stimò in non più di 600 milioni, una cordata cinese ne offrì 500.
I dubbi sono innanzitutto sulle modalità di cessione, ovvero se i 480 milioni finiranno nelle casse del Milan, attraverso un aumento del capitale dedicato a Bee, oppure se una parte, o tutti, saliranno verso Fininvest con un dividendo straordinario.
Altri dubbi sono alimentati dal calciomercato: investimenti annunciati per 150 milioni, meno di 80 quelli effettivi (nell’analisi di mercato di inizio settembre C&F ha calcolato un impatto minore) con immediata “sparizione” del portoghese Lucas (Doyen) dalla scena.
Secondo quanto riportato oggi da La Repubblica, poi, il “contratto preliminare” sulla cessione in realtà è un semplice foglio di carta con le firme dei due mister B., siglato a Villa Certosa in Sardegna dopo una visita di due ore. E rimane il buio sulla cordata Taechaubol, su chi siano i soci, sul ruolo delle banche garanti (la cinese Citic e Ads Securities, che tuttavia ultimamente non viene più citata), così come nulla si sa sul piano di valorizzazione del Milan in Asia che sarebbe alla base dell’idea di quotazione in Borsa.
Come ricostruito da L’Espresso, inoltre, i consulenti Gerardo Segat, Paolo Di Filippo e Andrea Baroni sono i fondatori della società Tax e Finance di Lugano: la stessa al centro dell’inchiesta sui fondi neri che è costata a Berlusconi, nel 2013, la condanna definitiva per frode fiscale e la decadenza da parlamentare. In altre parole Bee Taechaubol si affiderebbe a consulenti di Berlusconi, quindi non autonomi.