Un’inchiesta della Procura di Milano su presunti costi gonfiati nell’acquisto dei diritti televisivi del calcio lambirebbe l’imminente cessione del 48% del Milan a Bee Taechaubol per 480 milioni di euro: la notizia in prima pagina su Repubblica agita le acque a cinque giorni dall’appuntamento fissato dal broker thailandese con Silvio Berlusconi per chiudere l’affare. Ma sia da Fininvest, sia dallo storico avvocato dell’ex Cavaliere, Niccolò Ghedini, arrivano secche smentite, preambolo di una citazione in giudizio del quotidiano per danni.
Atteso lunedì a Milano, Taechaubol non cambia il proprio programma e ha deciso di non commentare dopo essersi fatto inviare la traduzione dell’articolo, in cui si riferisce del procedimento, affidato ai pm Giovanni Polizzi e Roberto Pellicano, in cui si ipotizza che qualcuno abbia gonfiato i costi dei diritti tv del triennio 2015-2018, venduti dalla Lega Serie A con Infront nell’estate 2014 e da maggio oggetto di indagine anche da parte dell’Antitrust.
Secondo Repubblica la vicenda si intreccia con l’inchiesta sul barone Filippo Dollfus de Volkesberg, arrestato in Svizzera a maggio (oggi ai domiciliari) con l’accusa di gestire conti correnti cifrati per imprenditori italiani di primo piano, fra cui chi materialmente ha partecipato alla divisione dei diritti tv.
Tra le carte dell’accusa, sostiene l’articolo, sarebbero finite anche “tracce dei movimenti societari” che hanno accompagnato le fasi della compravendita del pacchetto azionario del Milan, ancora in via di perfezionamento.
Per Ghedini l’articolo “sarebbe da considerarsi risibile se non fosse un evidente tentativo di incidere negativamente in ordine agli assetti societari del Milan stesso”. “Ipotizzare che vi sia un’indagine della Procura di Milano, che certamente non può esservi, per una compravendita tra società private che non e’ ancora avvenuta, e’ tanto assurdo quanto gravemente diffamatorio – ha aggiunto il legale di Berlusconi in una nota – Parimenti priva di ogni fondamento appare anche la correlata notizia di un’indagine sui diritti tv riguardanti il calcio in generale che, se sussistente, certamente non coinvolge il Milan né altra società del gruppo”. Ghedini annuncia azioni legali a difesa del “rilevantissimo danno provocato”.
Di “danni irreparabili” parla anche Fininvest commentando le notizie sulla cessione del Milan. Per la holding della famiglia Berlusconi, che controlla il club rossonero, “non basta definire ‘cattivo giornalismo’ l’incredibile operazione che Repubblica compie stamane. Annuncia con grande clamore in prima pagina l’apertura di una inchiesta della Procura di Milano, oltre che sui diritti tv, sulla ‘vendita del Milan’. Ma nelle due paginate, sulla questione Milan compaiono solo poche righe di elucubrazioni, insinuazioni, ipotesi confuse, e l’ammissione che lo stesso quotidiano non sa assolutamente che cosa c’entrino le discussioni per la cessione di una minoranza della società calcistica con una presunta indagine sui diritti”.
“La Fininvest – spiega in una nota – nulla sa di inchieste della Procura sulla vicenda Milan ed esclude che tali inchieste possano esistere. Ribadisce la cristallina correttezza dei propri comportamenti. Ma denuncia con vigore un modo di fare disinformazione che ha superato ormai ogni limite. È qualcosa di molto più grave del ‘cattivo giornalismo’, è un comportamento inqualificabile, in grado di creare danni irreparabili. Repubblica – è la conclusione – sarà chiamata a risponderne davanti all’autorità giudiziaria”.