Una incredibile notizia rimbalza dalla Cina ed è stata ripresa questa mattina dal quotidiano Milano Finanza. Sbaragliando i concorrenti la Ti’ao Power, società con sede a Pechino, si è aggiudicata con un offerta da 8 miliardi di yuan (1,25 miliardi di dollari) la gestione della trasmissione delle partite della China Super League per il quinquennio 2016-2020.

L’entità dell’offerta ha sorpreso gli addetti ai lavori, anche perché, stando alle cifre riportate dalla stampa cinese, supera l’ammontare dell’accordo siglato a ottobre del 2012 tra il gruppo Super Sport Media e la Premier League per trasmettere il campionato inglese in Cina e a Macao dal 2013 al 2019 (per quanto riguarda Hong Kong, è di questi giorni l’intesa tra gli inglesi e LeTv per le prossime tre stagioni).

Lecito chiedersi a questo punto se il prezzo sia giusto anche alla luce del fatto che i diritti per la stagione in corso erano costati appena 80 milioni di yuan mentre l’ammontare della seconda offerta più alta, ossia i 4,3 miliardi di yuan che il gruppo Great Sports Media era disposto a mettere sul piatto corrispondono alla metà dell’offerta vincitrice.

Alla gara hanno partecipato anche Cctv (la tv pubblica) e Guangdong Tv. Non ha partecpato invece Infront Cina (che pure è di proprietà del cinese Wang Jianlin che si è aggiudicato l’intera Infront qualche mese fa).

Ma Chengquan, presidente della China Super League, naturalmente ha difeso il torneo ed affermato che “considerati i risultati delle squadre e del torneo nel suo complesso non si può trattare dei un problema”. Sempre secondo fonti vicine a Ti’ao, che si è aggiudicata la gara, i profitti sono attesi dal terzo anno di contratto in poi.

Il campionato cinese negli ultimi anni ha attirato l’interesse dei magnati, basti pensare all’ingresso di Jack Ma nel Guangzhou Evergrande, squadra campione d’Asia nel 2013 con Marcello Lippi in panchina. Oltre a questo non si può trascurare il piano (ripreso nel maggio scorso anche da C&F) del presidente Xi Jinping che per la prima volta ha inserito il calcio tra le priorità nazionali. 

A questo punto non si può che stare a vedere se quella di Ti’ao sarà stata una scelta azzardata o motivata da un business plan solido e di successo, o se altre priorità possono aver dettato il megainvestimento televisivo.

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