Di recente, su Calcio&Finanza, vi abbiamo dato conto del mancato prolungamento dell’accordo tra la Liga (che comprende prima e seconda divisione spagnola) e Bbva. Di fatto, l’istituto bancario iberico non sarà più, dalla prossima stagione, title sponsor della Serie A e B spagnole.
Lo stesso è avvenuto in Premier League, dove la Barclays, altro istituto bancario, ha deciso di svincolarsi dalla prossima stagione dal ruolo di title sponsor del massimo campionato inglese. Il calcio britannico non resterà senza marchio: la Fa Cup è entrata nel portafoglio di Emirates, che da quest’anno e per le prossime stagioni legherà il proprio marchio al torneo per club più antico del mondo.
Eppure, tra i top club europei, la moda del title sponsor non è più una moda. Se quello della Premier era un annuncio di cui si sapeva da tempo l’esito, per molti in Spagna l’annuncio è stato una sorpresa. Eppure, circa un mese fa, la stessa Bbva aveva interrotto il rapporto con Iker Casillas, ex portiere del Real Madrid passato in estate al Porto, che del banco spagnolo era brand ambbassador. All’epoca, la scelta era stata motivata con il fatto che il giocatore era finito a giocare per il club di un Paese non ritenuto strategico per le strategie commerciali (e quindi di comunicazione) dell’azienda. Oggi, la motivazione della fine del rapporto con la Liga è data da un cambio di strategia: la Bbva punta sul digitale e vuole concentrarsi su questa trasformazione, deviando le proprie risorse impegnate fino ad ora sul calcio in altro.
La Liga dovrebbe quindi andare a caccia di un nuovo sponsor. Dovrebbe, perché come la Premier potrebbe anche decidere di non legarsi a nessun nome, almeno per la prossima stagione. Certo, da una parte si rinuncerebbero a dei soldi che proprio spiccioli non sono: Bbva aveva un contratto con La Liga di 25 milioni di euro a stagione, contro i 55 di Barclays/Premier. Ma c’è un fatto da considerare: ed è la “pulizia” del marchio. Un conto è cercare di commercializzare la Barclays Premier League, un conto la Premier League e basta: il secondo caso può risultare più attrattivo, in un momento in cui tali campionati sono veri e propri brand e puntano a rafforzarsi in ogni ambito, commerciale compreso.
Per questo, da entrambe le leghe calcistiche si sta considerando l’ipotesi di non ricorrere a nessun title sponsor. Lasciando di fatto al Serie A come unico campionato top in Europa ad essere legato ad un’azienda, la Tim. Ligue 1 e Bundesliga non hanno nessun title sponsor, mentre l’operatore di telefonia versa al massimo campionato di calcio italiano 25 milioni a stagione.
[…] 2011 e addirittura a 21 negli ultimi due anni; si pensi che Liga e Serie A prendono da Bbva e Tim 25 milioni a testa), colossi dell’economia cinese invogliati a comprare società di calcio e impegnare nel […]