La Liga avrà un proprio sistema di rating, come già fanno le grandi agenzie Moody, Standard & Poors e Fitch. L’obiettivo della massima lega calcistica spagnola è quello di stabilizzare l’economia del futbol di casa, oltre creare un terreno che sia il più sicuro possibile per tutti coloro che vorranno investire nel calcio iberico.
L’idea, contenuta nella Memoria Anual della Liga di prossima pubblicazione, si basa su una serie di indicatori sui rischi inerenti alla gestione di una squadra di calcio che possono influenzare la capacità di risolvere i debiti a breve e lungo termine. Non solo, ma tali indicatori serviranno a fornire dati che potranno essere consultati. Da chi? da tutti coloro che vorranno mettere soldi freschi nei club della Liga.
Dai debiti con il Fisco alla voglia di risanamento
Secondo uno studio effettuato da Kpmg per la Uefa, nella stagione 2010-2011 i debiti del calcio spagnolo ammontavano a 1,2 miliardi solo per Real Madrid e Barcellona, mentre era di 2,2 miliardi per gli altri 16 club prima divisione. Nel dettaglio, si trattava di 660 i milioni per il Real, 548 per i Blaugrana: due club che comunque si sono sempre cavati d’impaccio grazie alle enormi moli di ricavi. Col solo fisco spagnolo, il debito totale dei club iberici, secondo lo studio, era di 670 milioni di euro, che dovevano e dovranno essere ammortizzati entro il 2020.
“Oggi il debito è ridotto a 317 milioni”, ha spiegato il presidente della Lega calcio Professionale (LFP), Javier Tebas, dopo un incontro a Madrid con il numero uno del Consiglio Superiore dello Sport (CSD), Miguel Cardenal lo scorso 18 settembre. La Lega ritiene che entro un anno la cifra sarà ridotta a 275 milioni di euro e che entro tre anni e la Primera Division spagnola sarà “completamente risanata”. Per la seconda categoria ci vorrà un po’ più tempo, secondo le stime effettuate.
La voglia di risanare i debiti con la Fiscalidad si accompagna al progetto della Liga di un calcio economicamente più sostenibile. Da qui, l’idea di creare un sistema di rating che aiuterà le organizzazioni sportive a dirigere la loro gestione sotto criteri di solvenza e stabilità finanziaria.
La Liga come intermediario per nuovi investitori
Javier Tebas, numero uno della Liga, ci ha tenuto a ribadire che l’istituzione da lui guidata continuerà fare da intermediario, nel caso di arrivo di nuovi investitori. D’altronde, così è stato quando ad esempio Robert Sarver, magnate statunitense proprietario dei Phoenix Suns in Nba, ha provato a fare acquisti in Liga: si è dovuto rivolgere anche a Tebas, prima di provare a prendere prima il Getafe e poi il Levante. Lo stesso Sarver, a gennaio 2015, aveva provato ad acquisire la maggioranza dei Glasgow Rangers.

Nel caso del Getafe, la trattativa è saltata perché Sarver si era rifiutato di aggiungere 15 milioni di euro (ai circa 50 per rilevare la maggioranza del club) per il mercato, condizione posta come indispensabile dal Consiglio direttivo della squadra. Nel caso del Levante, tutto è crollato quando Sarver aveva proposto al club valenciano di acquistare a metà con il Valencia il nuovo Mestalla, senza però conoscere le cifre dell’investimento.
In attesa di varare il nuovo sistema di rating, la Liga ha già utilizzato diversi strumenti per tenere sotto controllo il calcio dal punto di vista economico. Uno di questi è Competiciones, un sistema informatico costato alla Liga circa 60mila euro e in grado di monitorare tutte le trattative di mercato, per analizzare i modelli di business messi in atto dalle squadre di calcio e poterli schedare, ricostruendo così lo storico di ogni acquisto operato in Liga.