“Se la salute sarà buona e ci saranno le convergenze per riportare la federazione dove deve essere e se vorranno, ci sarò. Se non ci sarò vado a scalare il Sassolungo”. Lo dice il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, in merito a una sua ricandidatura alla guida della federazione per il prossimo quadriennio.

“Un anno e mezzo di transizione è fatto, se ci saranno le condizioni, non mi dispiace fare il presidente federale – spiega nella sede del Corriere dello Sport -. In Italia non c’è nessuno che fa le cose per spirito di servizio, le fanno perchè hanno delle ambizioni. Forse uno con lo spirito di servizio è il Papa”.

“Noi siamo tra le prime federazioni al mondo, prenderemo una decisione solo dopo quello che avremo sentito. Al momento è tutto un pourparler, ufficialmente non abbiamo un pezzo di carta in Federazione. Ma stiamo parlando di una decisione che non può prendere solo Tavecchio, ma l’intero Consiglio federale. Non è facile prendere una decisione così grave e definitiva”, ha proseguito Tavecchio, parlando della posizione italiana nei confronti degli scandali che stanno colpendo la Fifa e recentemente anche il candidato numero uno alla successione del dimissionario Blatter, l’attuale capo della Uefa Platini.

“Noi non siamo a conoscenza dei motivi per i quali Platini viene osservato e censurato dalla Commissione etica della Fifa. Si dice per un pagamento di fatture del 2002. E’ stato convocato un esecutivo Uefa e abbiamo in Giancarlo Abete la figura di un vicepresidente, quindi le responsabilità di comunicazione dovranno essere prese anche da Abete”.

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Classe 1984. Siciliano di nascita, romagnolo d’adozione, giornalista sportivo per vocazione. Tanta stampa locale (Corriere di Romagna, Resto del Carlino), poi il salto a Milano: master “Tobagi”, Sky.it, Libero, Linkiesta, Pagina99.