Fa discutere la nomina di Andrea Collati alla Covisoc. Ne scrive oggi il quotidiano La Repubblica che ricostruisce gli aspetti controversi del commercialista scelto per la commissione di vigilanza sulle società di calcio.

Breve inciso. La Covisoc è l’organismo incaricato di vigilare sui conti del calcio. Un’istituzione tanto rilevante e strategica da convincere la procura di Milano che indaga su Infront a considerarla alla stregua dell’Antitrust e dell’Agcom. Dal suo corretto funzionamento dipendelo stato di salute dell’interosistema.

Il 22 ottobre, il consiglio feredale ha votato all’unanimità il rinnovo delle cariche (mancavano solo i quattro rappresentanti dell’Assocalciatori di Damiano Tommasi, ormai definitivamente sull’Aventino).

Classe ‘66, Collalti, un passato nell’Msi e “un presente – è la definizione data da Repubblica – da mr. Wolf (sì, quello che in Pulp Fiction risolveva i problemi) per le società di Stato”, è stato coinvolto nello scandalo del Mose. Pur non essendo mai stato iscritto nel registro degli indagati, la guardia di finanza nei suoi atti ha più volte fatto riferimento all’operato di Collalti e di alcune sue società accusate, in sostanza, di fornire consulenze inesistenti.

Dopo averne fatto perquisire le sedi, i pm hanno chiesto all’ingegner Piergiorgio Baita, il principale testimone dell’accusa, chi fosse e che cosa facesse questo Collalti. Ecco la risposta: «So che svolgeva un’attività di lobby, chiamiamola così, presso le varie istituzioni romane…». «Quindi in concreto che cosa doveva fare?». «Parlare, portare notizie, spingere perché la posizione di chi doveva votare nelle occasioni delle votazioni… quello che fa un lobbista». «Le somme erano destinate tutte a Collalti – chiedono i pm facendo riferimento ad alcune fatture – o erano destinate anche a terzi?». «L’attività di lobby di Collalti non era fatta solo a base di cene e di pranzi…». «Insomma, le somme a chi andavano?». «Collalti si arrangiava lui».

La posizione di Collalti sulla vicenda Mose

Andrea Collalti «non risulta in alcun modo indagato o imputato» nel caso Mose. Lo chiarisce lui stesso, alla luce di alcune notizie di stampa. Dalle indagini effettuate su ordine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia – alle quali, sottolinea, «il professionista ha reso piena collaborazione mettendo a disposizione tutta la documentazione in suo possesso» – si evince, fa sapere Collalti da poco nominato nel Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio, che l’avvenuta perquisizione «veniva richiesta al solo fine di acquisire documentazione che sarebbe potuta essere utile alle indagini».

Come per tutti gli altri consulenti del Consorzio Venezia Nuova «è stata richiesta e acquisita» anche a lui «la documentazione sui rapporti intercorsi tra le parti. Dall’esame di tale documentazione – sottolinea – non sono emersi elementi che la Guardia di Finanzia e la Procura della Repubblica abbiano ritenuto rilevanti. Per questo motivo Andrea Collalti, non solo è stato ritenuto estraneo ai fatti oggetto d’indagine ma non è stato ritenuto opportuno neanche ascoltarlo come persona informata sui fatti».

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