Napoli, a poche ore dalla quinta gara di Europa League che vedrà gli azzurri giocare al ‘San Paolo’ contro il Midtjylland, il presidente del club partenopeo, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’intervista alla radio ufficiale del club, ‘Radio Kiss Kiss Napoli’, parlando della squadra, di Sarri e degli obiettivi stagionali.
A conti fatti, il suo Napoli ha perso soltanto con il Sassuolo e finora, ha dimostrato di esser in forte crescita, di giocare un ottimo calcio e di aver risolto, in buona parte, i problemi che la attanagliavano fino alla scorsa stagione.
“Finalmente ci sono dei registi: ne volevo uno, ne abbiamo trovati due. Quando leggo – ha detto De Laurentiis – che si sta cercando di far rientrare Pirlo, penso che c’è una mancanza di registi. Va bene così, ma vedere come è importante trovare un ruolo non sempre facile. Napoli arrogante? No, l’arrogante la vedo come qualcosa di negativo, poco propositivo. Direi più un Napoli arrembante, determinato, cosciente del proprio valore“.
L’obiettivo è continuare a fare bene sia in campionato che in Europa League, ed una vittoria stasera contro il Midtjylland, spianerebbe la strada agli azzurri verso i sedicesimi e le consentirebbe di poter preparare con più calma gli scontri diretti in campionato con Inter e Roma che si disputeranno a ridosso proprio delle ultime due gare di coppa.
“E’ una partita importante per archiviare la gara e così da mandare in campo nelle prossime partite chi ha giocato ieri. Vincere oggi significa poterci sbizzarrire in futuro“.
Se il Napoli è al quarto posto in campionato con 22 nelle prime 11 giornate, e primo con 9 punti in Europa League dopo 3 giornate, dimostrando soprattutto una grande solidità difensiva, è merito soprattutto dell’ex tecnico dell’Empoli, Maurizio Sarri. Con un inizio simile, è normale fare dei paragoni con il predecessore, soprattutto quando quest’ultimo è Rafa Benitez e non ha chiuso nel miglior modo possibile l’ultimo campionato.
“Paragoni con Benitez? Sono antipatici, Sarri è un grande conoscitore della tecnica e della tattica e del conoscere le persone e metterle in campo facendole fare il suo gioco. E’ una persona umile e tosta allo stesso tempo. Si sa porre in maniera liberale ma anche responsabile nei confronti del prossimo. Ha tutta la mia stima e per quel poco che lo conosco mi è sembrata una bella persona, è nel calcio è raro. Dobbiamo smetterla di mitizzare quelli che appaiono di più. dobbiamo guardare dietro di noi, altrimenti le Serie C e D non servono a nulla. Sono campionati finanziati dalla A e quindi la A deve trarne i frutti. Fare esperienze nelle serie minori è un fatto positivo. Vorrei vedere in Serie C e D giocassero solo calciatori italiani con non più di 24 anni. Chi arriva dalle serie minori non è uno sfigato, devono essere rispettati“.