Tavecchio candidato CRL
Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio (Insidefoto.com)

«Questo è un caso specifico che non coinvolge la Juventus. E poi prima di accettare ho informato il presidente Agnelli, che ovviamente non ha avuto nulla da eccepire». Giulia Bongiorno, noto avvocato penalista, nonché consigliere di amministrazione della Juventus, spiega così in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il suo ruolo accanto al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che ha deciso di andare al contrattacco denunciando il direttore del sito Soccerlife, Massimiliano Giacomini.

La decisione di Tavecchio di affidarsi alla Bongiorno è comprensibile. Bongiorno è infatti uno dei migliori avvocati italiani (quest’anno ha ottenuto l’assoluzione in via definitiva per Raffaele Sollecito nel processo per il delitto di Perugia) e oltre all’ambito penale svolge anche l’attività forense in ambito sportivo. Non per nulla nel 2012 è stata nominata nel consiglio di amministrazione della Juventus, proprio con la supervisione dell’area legale.

Alla Juve c’è arrivata per professione, entrando nel collegio difensivo dell’allora allenatore bianconero Antonio Conte. In quel periodo ha conosciuto Agnelli e con il tempo è nata l’ipotesi di diventare consigliere del club (carica che è stata rinnovata nell’ultima assemblea dei soci).

Stupisce dunque un suo ruolo accanto a Tavecchio, che non ha certo al Juventus tra i suoi sostenitori, e che anzi nella geografia del potere del calcio italiano si trova sul fronte opposto a quello dei bianconeri: è ancora pendente al Tar del Lazio la richiesta danni avanzata dalla Juve alla Figc per 444 milioni di euro e davanti alla Corte d’Appello di Roma il ricorso contro la decisione di non decidere sull’assegnazione dello scudetto 2006.

Non solo, Bongiorno è, a suo modo, anche un’attivista dei diritti delle donne. Nel 2011 partecipò, da deputato di Futuro e Libertà, alla manifestazione «Se non ora, quando?», proprio per il rispetto e la dignità femminili. Ma allora perché oggi, detta brutalmente, difende Carlo Tavecchio, quello delle «donne handicappate»?

«Chiariamo subito – precisa – : in passato il presidente ha avuto delle uscite infelici, per cui ha subito un massacro mediatico. Anch’io le ritenni sbagliate, poi apprezzai le sue scuse. Ma oggi stiamo parlando di una cosa ben diversa».

Bongiorno è convinta che Tavecchio sia una  «vittima di una trappola tesagli da questo Massimiliano Giacomini». Giacomini, spiega l’avvocato alla Gazzetta, ha da «agente provocatore. Proprio come quei poliziotti che hanno il compito di provocare un sospettato, spingendolo a commettere un reato»

«La registrazione», spiega ancora l’avvocato, «è stata realizzata all’insaputa di Tavecchio e, secondo noi, manipolata. Poi passata ad un giornale, non si sa come non si sa da chi, a distanza di mesi. Oltretutto, ci risultano 41 minuti di conversazione, mentre noi ne abbiamo potuti ascoltare solo 47 secondi, lavorati ad arte. Dove sono finite le altre parole di Tavecchio, che avrebbero dato tutt’altro senso alla registrazione? Materiale sufficiente a ipotizzare i reati di trattamento illecito di dati».

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