Lavorare nel calcio non è un sogno o una chimera ma una possibilità sempre più concreta. Almeno in Inghilterra. La Premier league pesa infattti per 3,4 miliardi di sterline (4,86 miliardi di euro) sul PIL del Regno Unito, ma soprattutto è in grado di dare lavoro a 100 mila persone. Lo dice uno studio di Ernst Young che valuta l’impatto della lega e dei suoi club sull’economia del Paese ed evidenzia, al di là dei macro numeri, questo contributo sociale di assoluta importanza.

Ciò che stupisce – e che differenzia di molto l’approccio anglosassone e quello italiano – è che i posti di lavoro nei club sono disponibili semplicemente cercando sui principali motori di ricerca online: non sogni, quindi, ma possiblità tangibili. Un passo avanti che finora in Italia ha provato a fare la Juventus, aprendo il suo profilo Linkedin dove sono presenti le varie ricerche di personale.

L’autore del rapporto, David Mullen, ha comunque evidenziato che: “Queste stime rappresentano solo una parte degli effetti economici della Premier League e club in quanto vi sono altri settori quali il turismo, la trasmissione e il gioco d’azzardo che sono anche supportato dalla concorrenza”. I 100 mila posti di lavoro sarebbero in altre parole solo quelli direttamente connessi alle attività dei vari club.

I risultati dello studio, che è stato commissionato dalla Premier League, mostrano che nel 2013/14 Premier League direttamente e indirettamente attraverso la sua catena di approvvigionamento, hanno contribuito per

– 6,2 miliardi di sterline alla produzione economica nel Regno Unito;
– 3,4 miliardi di sterline al PIL del Regno Unito
– 2,4 miliardi di sterline in tasse per l’erario

Il rapporto ha evidenziato che mentre il ruolo primario della Premier League è quello di organizzare il torneo di calcio tra i 20 club che compongono la Lega vi sono poi una serie di ricavi – tra cui biglietti, merchandising e broadcast ricavi – che genera un ulteriore notevole impatto economico.

Ricavi che hanno permesso ai club di investire in tutti gli aspetti del gioco – tra cui squadre, stadi e strutture di formazione – che a sua volta ha generato un maggiore interesse per la concorrenza di appassionati di calcio nel Regno Unito e all’estero. Di conseguenza la Premier League è diventato il terzo più grande competizione sportiva al mondo per fatturato, e la più grande d’Europa, superando la Bundesliga in Germania, La Liga in Spagna e Serie A in Italia.

La distribuzione di tali entrate al club di Premier League (e per i club al di fuori della Premier League attraverso i contributi di solidarietà) ha contribuito club attraverso la piramide del calcio ad investire in miglioramenti in tutti gli aspetti del gioco.

La relazione evidenzia anche il fatto che l’impatto della Premier League e Club va oltre l’aspetto puramente economico in quanto genera una serie di impatti sociali positivi attraverso i suoi investimenti in strutture e sostegno di una serie di programmi comunitari.

Questi programmi stanno aiutando a realizzare una gamma di salute, istruzione e sociali benefici attraverso una maggiore partecipazione nello sport e sviluppo delle competenze.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting