«Non è una tappa obbligata, non è detto che ci debba essere per forza un mio coinvolgimento al Milan adesso e nel futuro. Quello che rimarrà è il mio amore per questa squadra, rimarrà quello che ho fatto, quello che ha fatto mio padre e quello che stanno facendo i miei figli che giocano nelle giovanili. Il mio legame con questi colori è qualcosa di indelebile». Paolo Maldini, intervistato da Sky Sport dopo la sconfitta del Milan contro la Juventus per 1-0 di ieri sera alla Juventus Stadium, torna a parlare dell’ipotesi di un suo rientro nella società in cui ha militato per tutta la sua carriera da giocatore, diventando una bandiera dei colori rossoneri. Ipotesi che, a giudicare dalle parole dello stesso Maldini, appare in questo momento di difficile realizzazione.

L’idea di un ritorno in società di Maldini, che nel recente passato non aveva lesinato critiche alla gestione del club da parte di Adriano Galliani, era tornata a circolare con forza la scorsa primavera, nella prima fase delle trattative tra Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol finalizzata all’ingresso di un gruppo di investitori asiatici nel Milan con il 48% del capitale. Trattativa che è attualmente in corso e che, stando alle dichiarazioni dei diretti interessati dovrebbe concludersi entro il 30 novembre prossimo.

Ma anche in quella fase, nonostante un fugace incontro tra Mr Bee e l’ex capitano rossonero in un bar del centro di Milano (incontro che allora venne definito casuale), l’ipotesi di un ritorno al Milan di Maldini in quota degli investitori asiatici era stata negata con forza negli ambienti rossoneri.

Maldini, che nel frattempo ha investito assieme a Riccardo Silva nel Miami Football Club, non rinuncia comunque a dire la sua sul momento difficile attraversato dai rossoneri e più in generale sulle difficoltà incontrate negli ultimi anni dal club. «Il Milan è una squadra in convalescenza, che viene da anni non belli e ci vuole tempo per ricostruire qualcosa di positivo. Il lavoro di Mihajlovic è importante ma non è rapido, ci deve essere dietro un progetto e ci vuole tempo, per costruire una squadra vincente servono anni».

«L’atmosfera al Milan? Quella di oggi non la conosco, quanto so è che all’interno di uno spogliatoio vincente deve esserci una atmosfera vincente ed è quello che abbiamo creato negli anni permettendoci di superare momenti difficili arrivando poi a successi incredibili».

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