La crisi generata dallo scandalo per i premi che sarebbero stati presi per far sì che il Mondiale 2006 venisse organizzato in Germania potrebbe generare conseguenze anche per i brand che operano nell’ambito dell’abbigliamento sportivo. Adidas, marchio originario proprio della Germania e con collegamenti importanti con la Federazione calcistica tedesca, potrebbe incontrare problemi in questa relazione.
Le conseguenze per un problema ormai venuto alla luce sono ancora oggi imprevedibili e difficili da valutare. In casa Adidas, però, i timori cominciano a farsi via via più forti e si inizia a pensare a cosa potrebbe verificarsi. Gli effetti potrebbero però essere gravi soprattutto per il contratto ancora vigente con la DFB.
Le indagini che sono state avviate, infatti, hanno dimostrato che il massimo dirigente del brand tedesco, Robert Louis-Dreyfus avrebbe contribuito con quasi sette milioni di euro con la Federazione a cominciare dall’anno 2000 per “comprare” i volontari della Fifa e garantire che venisse scelta la Germania come Paese organizzatore della Coppa del Mondo 2006 (poi vinta dall’Italia).
La questione è talmente grave che la DFB teme che lo scandalo possa danneggiare l’immagine dell’organismo a livello mondiale, anche se alcuni aspetti dell’accaduto devono essere ancora chiariti.
Secondo quanto fa sapere la testata “Marketing Deportivo”, la Federcalcio tedesca starebbe addirittura pensando se proseguire il rapporto che dura ormai da tempo con la multinazionale che sponsorizza diversi club e Nazionali. Secondo l’accordo attuale, il rapporto tra le parti dovrebbe terminare nel 2018, anche se già prima che lo scandalo scoppiasse era stata avanzata una proposta di rinnovo del valore di 1.000 milioni di euro per equipaggiare per i prossimi dieci anni la rappresentativa che attualmente vanta il titolo di Campione del Mondo. Si trattava anche di una mossa fatta per frenare i continui tentativi di Nike di entrare nella corsa e per questo era stata fatta una proposta tra le più alte nel calcio di oggi.
Dopo gli ultimi problemi emersi, però, la situazione ha preso una piega inaspettata e questo ha permesso a un terzo marchio di farsi avanti e corteggiare la DFB. Puma, altro brand tedesco, sembra avere guadagnato posizioni cercando di puntare sull’idea di proseguire nel rapporto con un altro brand che ha in comune con la Federcalcio l’origine, mentre lo stesso non si potrebbe dire con la statunitense Nike.
Al momento la proposta di Adidas non sembra avere rivali rispetto alle altre due contendenti, ma lo scandalo per quanto avvenuto in occasione dei Mondiali del 2006 sta spingendo a valutare i pro e i contro di un possibile rinnovo. Per il brand simboleggiato dalle tre strisce essere sostituito da un rivale come Puma che punta a conquistare nuove fette di mercato potrebbe quindi essere un duro colpo da digerire.