Dopo un’entrata in campo un po’ teatrale (del resto si era proprio in un teatro, al Carlo Felice), Giovanni Calabrò ha scelto un bassissimo profilo. Ma il silenzio, quando a trattativa in corso, è un buon segno. Significa la volontà di entrambe le parti di arrivare ad un accordo.
Oggi Repubblica Genova torna a parlare dell’uomo nuovo che affiancherà Enrico Preziosi nella proprietà del Genoa alla luce degli ultimi fatti e degli sviluppi della trattativa, e l’attenzione torna a salire per il passaggio rossoblù.
UPDATE ANSA (02.12.2016, h10.12). Enrico Preziosi ha annunciato ai microfoni di Radio Nostalgia un allungamento dei tempi. “Ci sono tre fasi: analisi dei conti, definizione degli aspetti tecnici contrattuali e quella delle firme – ha spiegato Preziosi -. Non c’è nulla di firmato se non la lettera d’intenti. E siamo ancora alla prima fase. Ci sono varie cose che fanno sì che i tempi si allunghino, altrimenti la due diligence si sarebbe conclusa entro metà dicembre. Ipotesi 2016? direi di si, si va al’anno nuovo. Non credo ci saranno novità a breve“.
Le dichiarazioni di Preziosi quindi non smentiscono, anzi rafforzano, lo scenario.
Calabrò ritiene che non sia ancora arrivato il momento per il debutto a Marassi. E non ci sarà nemmeno il 12 dicembre, in occasione della partita col Bologna perché i professionisti incaricati della due diligence per quella data non riusciranno a completare il loro lavoro. Così l’esordio di Calabrò dovrebbe coincidere proprio con il derby del 6 gennaio.
E da quanto emerge sono già ben chiare le strategie da mettere in atto quando diventerà socio di maggioranza.
La bontà del lavoro di Calabrò dovrà essere giudicata nel breve sulla capacità di risanare il bilancio, nel medio termine per il ritorno a risultati positivi sul campo e nel lungo su strategie di mercato finalmente in grado di dare un diverso respiro al progetto tecnico-sportivo del club.
Nell’organico del club rossoblù manca la figura del direttore sportivo. Ed è un vuoto che Calabrò deve colmare per gestire la quotidianità più che il mercato facendo da cuscinetto tra squadra e società. Un ruolo delicato e fondamentale che fatalmente è stato oggi demandato a Gasperini che però dovrebbe occuparsi esclusivamente della parte tecnica.
L’ingresso in società di Calabrò coinciderà con la partenza del mercato.
Proprio su questo aspetto andrà valutato il suo approdo al Genoa. Perchè se da una parte la piazza chiede rinforzi, è altrettanto chiaro che la prima cosa di cui i rossoblù necessitano dopo la gestione Preziosi è la stabilità.
Lo scorso, ad esempio, a gennaio andarono via pezzi importanti come Sturaro e Antonelli ed arrivarono sette giocatori due dei quali, Niang e Pavoletti, furono determinanti nella cavalcata che portò al sesto posto (Bergdich, Tambè, Ariaudo, Laxalt e Tino Costa gli altri).
Il Genoa al momento ha un mercato che viene gestito con criteri antitetici a quello dei club di successo (come analizzato ieri da C&F).
A Gasperini, che deve stabilmente rinunciare a Dzemaili, Munoz e Marchese, manca un elemento per reparto. Servono giocatori pronti e già decisivi in serie A. Perchè Calabrò andrà giudicato non sulla quantità di innesti ma sulla loro qualità.
Con una media di permanenza di solo 1 anno e 6 mesi nel club il Genoa è il club italiano con la durata media del rapporto con i propri giocatori più bassa di tutta la serie A ed al momento anche dei 5 campionati più importanti d’Europa.