Caso Infront diritti tv. Secondo i legali della Lega di Serie A le conseguenze potrebbero essere minime. E’ quanto emerso ieri in Consiglio quando ai club sono stati illustrati i capi d’accusa dell’Authority secondo cui è esistito un cartello con Infront, Mediaset e Sky per la vendita dei diritti tv 2015-18. Lo riporta oggi in maniera molto dettagliata Tuttosport.
Presenti Juventus, Milan, Lazio, Inter, Napoli, Torino, Atalanta, Genoa, Chievo e Verona. Due ore e mezza per capire come affrontare il giudizio dell’Antitrust. Passaggio successivo sarà una relazione allargata in occasione della prossima assemblea. I dirigenti hanno lasciato via Rosellini più tranquilli grazie alle spiegazioni degli avvocati.
Secondo questa ricostruzione, la Lega non avrebbe nulla da temere perché l’assegnazione dei diritti tv è stata effettuata seguendo le procedure previste. E se anche venisse comminata una multa, questa dovrebbe essere commisurata alla somma delle quote associative pagate dai club per iscriversi alla Lega, non al corrispettivo totale dei diritti tv.
Questo farebbe scendere la somma di riferimento a 8,5 milioni di euro con ammenda pari a 2,55 milioni in caso di sanzione commisurata al 30% del fatturato. Sarebbe un epilogo accettabile considerando che le cifre dei diritti tv, destinate alle casse delle società di A, sono vicine al miliardo.
Ma anche i dirigenti sanno che al momento non è facile prevedere l’entità di eventuali multe. Raramente l’autorità garante della concorrenza e del mercato, in sede di collegio, si discosta dalle conclusioni delle istruttorie. Quindi è lecito attendersi qualche conseguenza negativa. Dopo inizierebbe la strada dei ricorsi alla giustizia amministrativa, che allontanerebbe nel tempo il verdetto definitivo.
L’istruttoria è iniziata dopo le parole con le quali Lotito si è vantato di aver messo d’accordo Berlusconi e Murdoch. Ma proprio questo particolare potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Un possibile motivo di impugnazione infatti potrebbe essere fornito dalla tempistica con la quale l’Antitrust ha avviato la sua procedura. Non subito, dopo l’assegnazione andata in scena a fine giugno 2014, ma in seguito alla diffusione della telefonata di Lotito con Pino Iodice a febbraio 2015.
Fino a quel momento, pur avendo esaminato le condizioni dell’assegnazione, l’Antitrust non si era mossa. Questa circostanza però non fa che aumentare la sotterranea insofferenza verso la leggerezza dialettica di Lotito. Ieri nessun club ha rotto il clima di compattezza. Era il momento di ascoltare con attenzione gli avvocati. Ma è chiaro a tutti che l’uscita del presidente della Lazio ha provocato conseguenze serie.