Investimenti stranieri in serie A. Cosa può portare la figura di Joey Saputo alla nuova Serie A? Se lo chiede oggi il Corriere dello Sport che in un ardito parallelo con Silvio Berlusconi (anche in vista della sfida tra Milan e Bologna) profila il presidente dei rossoblù.

Ne esce il ritratto di una sorta di “magnate illuminato”, diverso per stile e modi rispetto ai presidenti del passato, determinato (e favorito dal fatto di godere, stando a Bologna, di riflettori intermittenti, non sempre puntati su di lui) e già decisivo. Nei giorni scorsi proprio C&F aveva analizzato il primo anno di Saputo da presidente evidenziando i 70 milioni subito versati nelle casse del club rossoblù.

Ok, i tempi sono cambiati – scrive il CdS – . Ok, quel calcio non è più questo calcio. Spendere, trent’anni fa, era un piacevole dovere. Oggi è un lusso. Ok, lo stile è diverso. Di là: fanfare e pajettes, è sempre showtime, inquadrami bene che siamo in diretta. Di qua: low profile, sobrietà, buongiorno, buonasera, mai una concessione alla passione, non si confà al personaggio, non è da lui, Ma i soldi quelli ci sono. A vagonate. Ma l’impatto su questo nostro circo che chiamiamo serie A è stato un impatto importante, direbbe un qualsiasi telecronista.

Saputo non ha indicato terre promesse – non è tempo per noi – però l’ha detto chiaro e tondo che a Bologna ci è arrivato per riportare il club dove merita di stare, lì in alto, nell’élite del calcio italiano. Quel Berlusconi si circondò, fin da subito, di uomini che il calcio lo masticavano, Galliani, Braida, Ramaccioni. E o stesso ha fatto questo Saputo, con Corvino, Fenucci, Di Vaio. Pochi, fidati. Struttura snella, gerarchie chiare, poteri ben definiti.

Quel Berlusconi spendeva per naturale inclinazione in un contesto che comunque – siamo tra gli ‘80 e i ‘90 – aveva ancora portafogli gonfi e assegni da staccare come figurine. La serie A era l’Eldorado. I campionissimi di tutto il mondo facevano la fila per venire da noi.

Questo Saputo spende e spenderà perché – step by step come piace dire ai manager – farà del Bologna un club di prima fascia, ma con giudizio, in un contesto completamente diverso, con società che saltano per aria come tappi di champagne la notte di capodanno o che spazzolano i debiti sotto il tappeto.

 

Diciamo che l’attesa, da parte dei colleghi presidenti, è molta, oggi come allora e questo unisce i due. In quel calcio che si stava trasformando svendendo la propria anima alle tivù, Berlusconi era visto come un extraterrestre. Saputo viene guardato e pesato con rispetto, anche se il chairman del Bologna – dopo un paio di visite in Lega – ha strabuzzato gli occhi confidando che certi figuri non li aveva visti manco a Hollywood, in qualche B-movie da strapazzo, di quelli che raccattano controfigure giù all’angolo.

Poi possiamo metterla giù anche così, quello di domani a San Siro, a margine della sfida tra Milan e Bologna, può essere visto anche come un virtuale passaggio di consegne tra il magnate che fu e il magnate che sarà, negli anni a venire, solo il tempo lo dirà.

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