Riforma rose serie A, così non funziona. La rivoluzione voluta in estate dalla Figc non sta portando gli effetti sperati, anzi: i giovani restano pochi e, soprattutto, poco utilizzati, gli stranieri sono in aumento. Praticamente l’effetto contrario rispetto a quello che si immaginava.
Era l’ottobre 2014 quando la Figc presentava ufficialmente la riforma: dal 2015/16 rose da massimo 25 giocatori con 4 giocatori formati in Italia, 4 formati nel proprio vivavio (a eccezione del primo anno, cioè quello in corso, in cui sono bastati 8 giocatori formati in Italia) e under 21 illimitati. Una mossa in stile Uefa applicata dalla stagione 2015/16 che, secondo le intenzioni, serviva per rilanciare i settori giovanili italiani e diminuire la quantità di stranieri. Non è stato così, dicevamo: andiamo a vedere i dati.
A partire dai giovani. In Serie A nelle prime 18 giornate sono scesi in campo solamente 58 under 21, cioè il 12,4% del totale dei giocatori utilizzati (467). Di questi 58, solo 27 sono stati italiani, cioè 5,4%. E la situazione non migliora se guardiamo l’utilizzo: in media i giovani hanno giocato 448′, cioè il 27% sul totale disponibile (dopo 18 giornate 1620′), mentre gli under italiani solo il 24% (396′). Tra le squadre, largo spazio ai ragazzi da parte di Bologna, Lazio, Milan ed Empoli, mentre meno di tutti ne hanno concessi Chievo, Inter e Juventus.

Riforma rose Serie A, gli stranieri
Non va molto meglio se guardiamo agli stranieri, con il calcio che è diventato lo sport in Italia che utilizza meno giocatori nostrani. Guardano all’estero soprattutto Roma (22 stranieri e 4 italiani, 84,6% non italiani), Inter (82,1%), Udinese (79,3%), Fiorentina (77,8%) e Lazio (76,7%). Situazione all’opposto per Sassuolo, dove gli stranieri sono solo tre (10,7%), ma anche Empoli, Milan, Bologna, Atalanta, Chievo e Frosinone hanno tutte una quota stranieri inferiore inferiore al 50%. La percentuale totale è, invece, è del 56,1% di stranieri e solo 43,9% di italiani: una differenza netta e in aumento rispetto alle ultime stagioni, basti pensare che nel 2011/12 i giocatori provenienti dall’estero erano solamente il 43,8%. Per ora, quindi, gli effetti della riforma rose Serie A, tra giovani e stranieri, non ci sono: forse è ancora troppo presto, ma il trend non pare così positivo.