La Cina in questo momento è la prima economia mondiale e le ingenti risorse economiche che il potente stato asiatico è in grado di mettere in gioco potrebbero rimettere benzina anche nelle casse delle squadre di calcio europee, che sono sempre sotto pressione non solo per gli stipendi da pagare ai loro campioni, ma anche per la crisi che non risparmia nemmeno lo sport più popolare nel vecchio continente.
Gli investitori cinesi vedono il mondo del calcio come un settore di investimento molto interessante, e recentemente abbiamo visto alcuni esempi lampanti di come i capitali si stanno spostando. Lo scorso dicembre un consorzio di investitori cinesi formato dal colosso dei media CMC (China Media Capital) e dalla banca Citic hanno raggiunto un accordo con lo sceicco di Abu Dhabi, Mansour bin Zayed Al Nahyan, per rilevare il 13% di City Football Group (la holding cui fanno capo, tra gli altri, il Manchester City e il New York City FC) per circa 400 milioni di dollari, per una valorizzazione complessiva del gruppo pari a 3 miliardi di dollari.
Ma il City non è l’unico club in cui i cinesi hanno deciso di puntare. Lo scorso settembre una quota pari al 60% circa dello Slavia Praga è stata acquisita dalla società China Energy Company Limited, che non si è limitata ad aggiungere una società calcistica alle sue controllate ma si è anche attivata per portare giocatori di prestigio e rilanciare le sorti del club. In Francia invece la scorsa estate il Sochaux è stato comprato da una società di Hong Kong, la Ledus, che ha progetto ambiziosi per riportare la squadra nel massimo campionato. Mentre in aprile il colosso cinese dei media Wanda Group ha rilevato il 20% dell’Atletico Madrid.
Anche le squadre italiane non devono farsi sfuggire questa opportunità, per poter aumentare i loro guadagni e potersi così permettere di restare competitive ai massimi livelli. Non è un caso che le favorite dell’attuale campionato, almeno guardando la classifica e le quote di bookmaker, abbiano tutte strizzato l’occhio al gigante asiatico. L’Inter in estate è partita per una tournée in terra asiatica per sfidare altre grandi e blasonate squadre italiane ed europee come Bayern, Milan e Real Madrid e si calcola che questa operazione abbia fruttato un guadagno di almeno 3 milioni di euro.
In questo solco va inquadrata la mossa della Lega Calcio di aver fatto giocare la partita valida per la conquista della Supercoppa Italiana a Shanghai (e negli anni precedenti per ben tre volte si è giocata a Pechino). Questo trofeo, che magari in Italia viene visto con sufficienza e forse sarebbe anche snobbato dal pubblico, ha riscosso un ottimo successo in Cina, dando la possibilità al pubblico locale di vedere comunque giocare due top club della Serie A, ovvero la vincente del campionato contro la vincente della Coppa Italia. A dire il vero nella scorsa stagione la Juventus si è aggiudicata entrambi i titoli, pertanto la partita è stata giocata contro la Lazio, che era la finalista sconfitta della Coppa Italia. Il match ha avuto un buon successo di pubblico e gli appassionati di calcio cinesi hanno potuto ammirare i nostri campioni e magari acquistare maglie e abbonamenti tv per vedere le partite da casa.
In Cina (oltre che negli Usa e in Australia) si giocano inoltre alcune delle gare della International Champions Cup, una sorta di coppa dei campioni estiva, che i club europei sfruttano sapientemente per mettere a punto la preparazione e per farsi conoscere anche fuori dai confini continentali. A questa coppa la scora estate hanno preso parte anche Roma e Fiorentina. Insomma, le squadre italiane favorite dai bookmaker per la conquista del titolo hanno, seppur in maniera diversa tra loro, preso tutte il loro slancio all’ombra della grande muraglia: Inter, Fiorentina, Juventus e Roma, oltre al Napoli, hanno infatti il favore delle quote relative al calcio scommesse di serie A su William Hill, segno che gli investimenti nell’internazionalizzazione possono, pur se indirettamente, dare i propri frutti anche sul campo.
Il futuro economico dei nostri club ormai non può più prescindere dal parlare mandarino e le dirigenze dovranno attrezzarsi in questo senso. L’Inter parte avvantaggiata, visto che il suo attuale presidente, il magnate Erick Thohir, è originario dell’Indonesia e ha quindi dimestichezza con i mercati asiatici, ma siamo certi che anche le altre big abbiano ormai imparato la lezione e punteranno a oriente la bussola delle decisioni di marketing aziendale. Prepariamoci pertanto a vedere sempre più spesso cartelloni pubblicitari scritti in cinese durante le partite del nostro campionato, specialmente quelle di cartello, e in questo modo magari avremo anche l’occasione per imparare la nuova lingua del futuro, ovvero il cinese mandarino.