Giornata intensa sul fronte della trattativa Preziosi-Genoa, quella di ieri. Dopo che in mattinata il presidente rossoblù aveva dichiarato la chiusura della trattativa con Giovanni Calabrò in serata le agenzie di stampa diffondono la notizia dell’incontro di Preziosi e mr Lee in chiave Genoa, rifacendosi anche alla dichiarazione fatta in mattina dal presidente su Radio 1. «C’è stata una trattativa per la cessione di una parte di quote ma non si è realizzata», ha detto in maniera tranciante Preziosi.
E a questo punto a Calabrò, che in tutti questi mesi ha parlato il minimo indispensabile, preme chiarire alcuni aspetti della vicenda ed oggi La Repubblica Genova esce con un pezzo intervista al finanziere.
«Perché anche se io sono un persona per bene ed anche protettiva nei confronti di chi è in una posizione di fragilità – esordisce Calabrò . , non posso esimermi da alcune precisazioni ».
Allora da dove vogliamo iniziare?
«Dal fatto che ancora pochi minuti fa Preziosi mi ha detto: “Sento i cinesi che intenzioni hanno e poi venerdì ti faccio sapere”. Poi, però, i giornali sostengono che lui ha dichiarato che la trattativa con me è saltata».
L’ha detto alla radio nazionale, c’è la registrazione…
«E allora se ha detto così, e sottolineo se, i casi sono due: o mente a me o mente ai giornali. Io sto aspettando ancora una risposta e per l’affetto la stima che gli ho dimostrato credevo di non meritare di finire in mezzo a speculazioni giornalistiche. Ritengono Enrico una persona simpatica e gradevole, ma questa vicenda impone che si mettano gli accenti nei posti giusti».
Proviamoci…
«Iniziamo allora col dire che non siamo venditori,ma compratori. Il nostro mestiere è fare business acquisendo aziende. Io rappresento un’azienda che ha un patrimonio netto di qualche miliardo, diciamo anche più di quattro o cinque. Operiamo da 25 anni e siamo attivi in 12 paesi. E questo gruppo ho il dovere di difenderlo da ogni tipo di illazione e insinuazione. Noi siamo industriali, ma anche gente semplice. Non ci piace perderci in discorsi, quello che fa testo sono i numeri e quello che dicono i nostri studi legali».
Ma il suo gruppo il Genoa lo vuole davvero?
«Se l’amico Enrico mi chiama sono pronto a mettere nero su bianco in qualunque momento. Abbiamo trattato la Fingiochi, Giochi Preziosi e Genoa Calcio fanno infatti parte dello stesso pacchetto. E subito l’idea ci è piaciuta, l’abbiamo valutata come una bellissima opportunità. Nel calcio non si entra per speculare, il calcio è roba da ricchi. Non è un dovere, non è un obbligo. Il calcio è un lusso, proprio come una bella macchina. Se non ha i soldi non te la puoi permettere. E allora devi fare un passo indietro».
Perché Enrico Preziosi dovrebbe cederle il Genoa Calcio?
«Perché il 23 dicembre ho presentato un’offerta vincolante che andava addirittura oltre quelle che erano le sue richieste. Un’offerta che comprendeva Genoa e Giochi Preziosi e ho pure dimostrato disponibilità per aiutarlo a sistemare anche altre cose. Insomma, tutto come da copione. Bene non ho ancora ricevuto una risposta e questo non è piacevole. Solitamente quando mando una cartolina per educazione mi rispondono sempre, a meno che io non abbia sbagliato indirizzo…».
Venerdì Preziosi le ha promesso che finalmente le darà una riposta…
«Ma vuole sapere qual è la cosa è più buffa? Mi aveva fatto balenare l’ipotesi dell’interessamento per il Genoa da parte di un gruppo cinese, ma aveva anche sempre detto che non si trattava di mister Lee, il suo socio storico in Cina. E, invece, stasera lo incontro per pura combinazione a Milano ed è proprio col solito cinese. Casualmente io e Toti e lui e mister Lee nello stesso posto. Com’è piccolo il mondo….»
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