Fingiochi, la cassaforte finanziaria di Enrico Preziosi che controlla il Genoa, ha chiuso in utile per 6,25 milioni nel 2014 grazie alla partecipazione in Giochi Preziosi e tratta la ristrutturazione del debito con Banca Carige. E’ quanto si scopre tra le righe dell’ultimo bilancio di Fingiochi, appena depositato in Camera di commercio.

I numeri finanziari di Fingiochi del 2014 sono stati approvati da un’assemblea dei soci che si è tenuta lo scorso 17 dicembre 2015 – come riportato dal quotidiano Il Messaggero – e che, tra le altre cose, ha deciso di attribuire all’amministratore unico, cioè Preziosi, tutti i poteri di gestione, ordinaria e straordinaria.

Per quanto riguarda in particolare il club rossoblù va evidenziata la presenza di una fidejussione, ossia una garanzia, in favore di Banca Ifis e nell’interesse del Genoa, di cui però non vengono precisati ulteriori dettagli nei documenti.

Da ricordare che Preziosi, verso la fine del 2015, stava trattando con il finanziere Giovanni Calabrò l’ingresso nell’azionariato della Fingiochi. Ma dal verbale dell’assemblea della holding di dicembre emergono gli stessi identici soci che avevano approvato il bilancio del 2013, vale a dire la Ep Preziosi participations srl, in maggioranza, e la Bribri srl.

I conti del 2014 di Fingiochi, nel dettaglio, mostrano un debito complessivo in crescita a 106,47 milioni di euro, rispetto ai 98,61 di fine 2013. In tale contesto l’esposizione bancaria è cresciuta da 75,85 a 78,36 milioni. Nonostante la posizione debitoria importante, l’organo amministrativo di Fingiochi (amministratore unico è lo stesso Enrico Preziosi) “ritiene che che la continuità aziendale sia rispettata” alla luce di tutta una serie di considerazioni. Tra queste, la chiusura dell’esposizione per oltre 40 milioni con Unicredit, mentre con Carige “sono in corso colloqui finalizzati a un riesame complessivo degli affidamenti in essere”.

L’esposizione con la banca ligure, con la quale le trattative sono in corso già dall’anno corso, ammonta a 25,7 milioni. Tra i principali istituti finanziatori, c’è poi Intesa Sanpaolo, con 10,43 milioni. La posizione con Unicredit è stata chiusa grazie alla cessione, perfezionata lo scorso luglio, del Centro commerciale di Pompei da parte di Fingiochi.

All’interno della voce “debiti verso altri finanziatori”, va poi segnalato il finanziamento infruttifero da 3,76 milioni ottenuto da Oceanic gold global limited, vale a dire la società dell’imprenditore cinese Michael Lee che nel 2015 è entrata nell’azionariato di Giochi Preziosi prendendo il posto delle banche e dei fondi. Nell’ambito di quest’ultima operazione, il socio asiatico ha rilevato il 49%, mentre Fingiochi è scesa dal 42 al 29,31% (un 21% è in mano a un altro veicolo del gruppo Preziosi) nell’azienda dei giocattoli.

E proprio la Giochi Preziosi ha contribuito in maniera determinante all’utile di Fingiochi del 2014. I profitti di 6,25 milioni, che si confrontano con la perdita di 49,29 milioni dell’esercizio precedente, sono stati ottenuti principalmente grazie a proventi e rettifiche di valore pari a 15,61 milioni.

Spicca, in particolare, la rivalutazione da 25 milioni della quota in Giochi Preziosi: “I buoni risultati conseguiti – si legge nel bilancio del 2014 di Fingiochi – rendono doverosa una ripresa di valore seppur parziale, rispetto alla svalutazione di circa 150 milioni precedentemente effettuata”. Al contrario, sui conti del 2013 avevano pesato ammortamenti e svalutazioni per quasi 44 milioni.

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