Cos’è l’ECA? La domanda, nelle ultime settimane, è stata posta spesso. Perché se ne è sentito parlare molto, dall’incontro in Bocconi alla proposta della Superlega. E il suo ruolo, proprio per questo, potrebbe crescere negli anni a venire.
Intanto, materialmente, che cos’è l’ECA? È l’Associazione dei Club Europei (European Club Association), l’organismo che rappresenta le società di calcio in Europa, nato ufficialmente il 21 gennaio 2008 in seguito al discioglimento del G-14 e riconosciuto da Fifa e Uefa. Sedici sono i membri fondatori: Manchester United, Chelsea, Real Madrid, Barcellona, Juventus, Milan, Bayern Monaco, Porto, Ajax, Glasgow Rangers, Anderlecht, Olympiacos, Copenaghen, Dinamo Zagabria e Birkikara (Malta). Il contingente di squadre coinvolte si è poi allargato fino a raggiungere, oggi, un totale di 220 società membri dell’ECA, di cui 106 membri ordinari e 114 membri associati. Per restare all’Italia, sono membri ordinari Milan, Juve, Inter e Napoli, associati Fiorentina, Roma, Udinese e Sampdoria.
Presidente dell’ECA è Karl-Heinz Rummenigge (eletto lo scorso settembre), i vice-presidenti Gandini (Milan), Jimenez (Real Madrid) e Giner (Cska Mosca), mentre fanno parte del comitato esecutivo Gazidi (Arsenal FC), Woodward (Manchester United), Bartomeu (Barcellona), Aulas (Lione), Van der Sar (Ajax), Verschueren (Anderlecht), Giannikos (Olympiacos), Mioduski (Legia Varsavia), Lawwell (Celtic Glasgow), Riihilahti (Helsinki) e Andrea Agnelli (Juventus).
Nella struttura, al di sotto del Comitato Esecutivo, troviamo i Gruppi di Esperti (legali, fair play finanziario, ecc), i Comitati (come quello per il calcio femminile) e cinque Gruppi di Lavoro, che sono sostanzialmente ciò su cui si basa l’intera struttura (fornendo sostegno e consulenza al Comitato Esecutivo) e che si dividono in: Competizioni, Finanza, Relazioni Istituzionali, Marketing e Comunicazione e Gioventù.
Cos’è l’ECA, le funzioni dell’organismo europeo
Cosa fa, però, questa ECA? L’organismo europeo “esiste per proteggere e promuovere il calcio europeo per club”, si legge sul sito. Lo scopo, quindi, è quello di rappresentare al meglio le società, creando un “modello di governo calcistico più democratico, che rispecchi il ruolo chiave dei club” anche nei confronti di Fifa e Uefa. Alcune delle battaglie che l’ECA ha combattuto e combatte tutt’ora riguardando, ad esempio, lo studio di calendari delle competizioni internazionali, l’assicurazione sui giocatori (in caso di infortuni in nazionale) e la suddivisione degli introiti ai club che “concedono” i calciatori alle rispettive squadre nazionali (Juve e Napoli, ad esempio, ricevettero un milione di dollari ciascuna per l’utilizzo dei giocatori ai Mondiali 2014).
Adesso, però, il peso dell’ECA può crescere ancora di più. Gli sviluppi recenti infatti hanno dato l’impressione di una maggiore importanza dei club, soprattutto rispetto ad una Uefa apparsa in difficoltà dopo il caso Platini. E anche le idee di Rummenigge e Agnelli sulla Superlega viaggiano in quella direzione, con quello che il Sun ha chiamato “il complotto dei giganti”.