Crisi Milan e Inter. Il derby di Milano che si è disputato domenica a San Siro si è aperto con un’evocazione del passato. I tifosi milanisti, infatti, avevano preparato una coreografia raffigurante Mark Hateley, ex centravanti dei rossoneri, mentre sovrasta il difensore dell’Inter Fulvio Collovati segnando un gol di testa in una stracittadina dell’ottobre 1984.
Quella vittoria per il Milan è stata molto particolare perché ha interrotto un dominio cittadino dei nerazzurri che durava ormai da cinque anni. Rispetto al passato però i tempi per le due squadre milanesi sono profondamente cambiati e non svolgono più un ruolo centrale nel calcio italiano.
La situazione attuale che stanno affrontando le due formazioni, però, non è poi lontana a quella dei primi anni ’80 in cui i successi erano piuttosto lontani. Questo lo sottolinea anche un giornale importante come il “New York Times”, che sottolinea le difficoltà dei due team che faticano a tornare competitivi ad alti livelli.
A segnare il gol di vantaggio per il Milan, infatti, è stato Alex, il 33enne difensore brasiliano che negli ultimi anni ha dovuto più volte combattere con diversi infortuni. A sfidarlo in quest’azione c’era il nerazzurro Davide Santon, in un gesto che ricorda molto quello fatto da Collovati ormai diversi anni fa.
Anche per la Serie A, almeno a livello economico, il periodo che stiamo attraversando non è del tutto positivo. Non ci sono più, infatti, grandi imprenditori italiani che sbaragliano la concorrenza acquistando i giocatori più forti. La famiglia Moratti, che per diversi anni ha riversato i capitali dell’azienda petrolifera di famiglia nella squadra, ha venduto il club più di due anni fa a un consorzio guidato da Erick Thohir, magnate indonsiano che possiede anche il D.C. United, squadra che milita nella Major League Soccer.
Silvio Berlusconi invece possiede ancora il Milan, ma è già da tempo alla ricerca di un socio che possa acquisire parte delle quote.
Il Milan si trova però ad affrontare anche altri problemi. Una settimana fa, infatti, come ha riportato la stampa, si è tenuta una perquisizione della finanza presso la sede del club. Molto tempo fa, quando i due club di Milano dominavano il calcio, Gianni Agnelli, proprietario della Juventus, si era lasciato andare a una battuta molto particolare: “Spendo più di quello che dovrei per tutti questi giocatori, ha detto, indicando Platini e Boniek. Ma lui (riferendosi a Berlusconi) sta facendo di più e questo è quasi volgare“.
Berlusconi ora ha 79 anni, ma non ha voluto mancare allo stadio al derby di domenica e ha catalizzato ancora l’attenzione dei mezzi di comunicazione. Come se il tempo non fosse passato. Nei commenti dopo la gara il patron rossonero ha parlato ancora della possibilità di avere un socio cercando di rilanciare le offerte per spingere a comprare il club.
Fino a qualche tempo fa, Berlusconi ha sperato che gli investitori provenienti dalla Cina fossero disposti ad entrare in società accettando la valutazione di un miliardo di euro per il club. Ora invece è in attesa di capire se la trattativa con il thailandese Bee Taechaubol possa andare a buon fine, anche se il broker punta a una scalata al Milan entro due stagioni.
“Stiamo ancora trattando con Mr. Bee – ha detto Berlusconi domenica dopo la partita – La crisi dei mercati ha avuto un’incidenza sull’accordo che avevamo raggiunto con gli investitori cinesi. Scadenze? Esistono e sono ormai vicine; l’obiettivo è di avere è disposizione risorse per tornare ad avere un grande futuro“. Quando la presidenza Berlusconi era nel suo periodo migliore il patron rossonero è riuscito a portare in rossonero giocatori importanti come gli olandesi Marco Van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard, assemblati insieme ai grandi difensori italiani che erano già in rosa e che hanno reso la squadra una delle più importanti in Europa.
Ora, invece, in rosa si registra la presenza tra i titolari di un sedicenne, il portiere Gianluigi Donnarumma, oltre al tentativo di ricostruire il club puntando su giocatori italiani e altri trasferimenti gratuiti o in prestito, come Mario Balotelli. Il risultato? La squadra occupa ora il sesto posto in classifica.
“Una squadra mediocre, senza campioni”, questo si leggeva in uno striscione esposto dai tifosi rossoneri domenica. L’allenatore del Milan, Sinisa Mihajlovic, ex giocatore dell’Inter, non ha nemmeno la garanzia che gli sarà dato il tempo necessario per ricostruire la squadra, anche se i primi risultati stanno iniziando ad emergere.
“Complimenti ad allenatore e squadra per questa sera – ha detto Berlusconi al termine della gara – Non abbiamo ancora iniziato a pensare alla prossima stagione. Esattamente come per ogni altro allenatore, il futuro di Mihajlovic dipende dai risultati. Vediamo quali obiettivi riusciamo a raggiungere. Abbiamo ancora speranze di qualificarci alla Champions League.
Il “rivale” cittadino, l’Inter, sembra invece più vicina a questo obiettivo, anche se la distanza dalle squadre che guidano la classifica, Napoli e Juventus, è cresciuta nelle ultime settimane. L’Inter è almeno riuscita ad acquisire, anche se in prestito, Eder dalla Sampdoria nella finestra di mercato di gennaio. L’attaccante però non ha segnato domenica nella gara di debutto con la sua nuova squadra.
Quanto fatto dalle squadre in sede di mercato sembra certamente riflettere le minori possibilità dei presidenti italiani, che non possono spendere cifre astronomiche rispetto ai grandi proprietari, soprattutto stranieri, che controllano le maggiori squadre di Premier League che possono contare su elevati ricavi per i diritti televisivi. Secondo Deloitte, infatti, è stata investita la cifra di 175 milioni di sterline nel mese che è da poco passato. Questo ha portato a una cifra complessiva di oltre 1 miliardo di sterline nelle spese totali di questa stagione. Numeri davvero da record.
Oggi la Serie A può invece essere paragonata a un bambino abbandonato che guarda con nostalgia le vetrine mentre i ricchi americani, russi, asiatici e del Medio Oriente acquistano tutto quello che desiderano.
Milan ed Inter se vogliono tornare a essere competitive devono offrire ai loro enormi serbatoi di tifosi l’occasione di poter incidere in maniera concreta sulle scelte delle squadre per cui tifano.La maniera più semplice e veloce per raggiungere questo obiettivo è creare una polizza a vincere equivalente a dei premi a vincere che si pagano ai giocatori quando si raggiungono determinati trofei prestigiosi. Volendo fare un paragone,gli incassi da stadio quelli derivanti dal merchandising e dai contratti televisivi rappresentano l’ingaggio che paghiamo alla squadra per cui tifiamo.questa polizza a vincere corrisponderebbe ad un supplemento di incassi percepibile però solo se arriveranno i trofei che contano,Scudetto,coppa europea,Coppa Italia.Una volta arrivato uno di questi trofei la sottoscrizione ripartirà daccapo come prenotazione di un prossimo trionfo.Più i tifosi gonfieranno di euro questa polizza a vincere e più aumenterà il loro potere di condizionamento sulla squadra per cui tifano,nel caso di Milan ed Inter si parla tra Belpaese e terre forestiere di decine di milioni di tifosi con questi numeri non è difficile sognare di mettere assieme decine di milioni di euro da sventolare sotto i nasi di Berlusconi e Thohir per spingerli a creare squadre più competitive se vogliono incassare questi fondi supplementari che potrebbero risultare fondamentali per riequilibrare bilanci dissestati.Potrebbero essere le stesse società sportive a creare queste polizze a vincere, vendendole come lo strumento migliore per difendere la salute della propria fede sportiva,salubrità assai compromessa per interisti e milanisti in questi ultimi anni.Allo stato attuale l’addebito nella bolletta del fisso e la ricarica del cellulare sarebbero il modo migliore per sottoscrivere questa polizza da parte dei tifosi.
MARCO SPINELLI LENTATE SUL SEVESO (MB).
DISTINTI SALUTI.