Intervista De Laurentiis Juventus Napoli. Il presidente del Napoli Aurellio De Laurentiis è stato intervistato da La Stampa alla vigilia di Juventus – Napoli, ma più che le dichiarazioni sulla partita risuonano quelle che il numero uno partenopeo ha rilasciato a proposito del futuro del calcio. E anche nella sua ricetta oltre a diritti tv e stadi c’è la Superlega, che De Laurentiis vede a 20 squadre.

Bacchetta ad Aurelio De Laurentiis: tre cose che farebbe subito? «Cambiare la legge Melandri sui diritti tv; scriverne una nuova sugli stadi, basterebbero tre paginette e senza tutti i vincoli attuali; adottare una nuova tipologia di campionato internazionale a venti squadre. Tra campionato nazionale autogestito e commercializzato in proprio, attraverso una propria piattaforma, e campionato europeo a 20 squadre, potremmo arrivare a un fatturato vicino ai 10 miliardi».

Il Napoli ha due punti in più, la Juve il triplo del fatturato.
Che cosa fa la differenza per lo scudetto? «Io non mi illudo, credo che sarà una lotta a più di due squadre fino all’ultimo. Significa che si può essere competitivi, almeno in Italia, al di là dei bilanci. Ma sarebbe anche ora di cambiare le leggi che governano il calcio se vogliamo adeguarci ai principali tornei europei».

Che cosa non le piace? «Non c’è un progetto, non c’è una vision. Ogni anno si fa partire il Barnum senza guardare al futuro. La questione non è se far partecipare il Carpi o il Frosinone alla serie A come dice Lotito, ma proprio di avviare una vera e propria rivoluzione copernicana. Dove ora ci sono Barcellona, Real e Bayern una volta c’erano Milan, Inter e Juventus. Vede come ci siamo ridotti? Dobbiamo batterci per recuperare il tempo perduto».

Con chi vorrebbe fare la rivoluzione? «Andrea Agnelli è preparato e ha tutto l’interesse a migliorare le sorti del calcio. Con Diego e Andrea Della Valle c’è molta sintonia, Urbano Cairo sa fare impresa. Inter e Roma? I proprietari sono all’estero, oggi parli con un loro bravissimo manager che magari domani non c’è più…».

Federazione  e  Lega:  basterà cambiare i vertici? «La federazione non è capace di tutelare i bravi, il caso Parma non ha insegnato nulla. In Lega anche oggi ci azzufferemo per la questione dei diritti tv. E aspettiamo ancora gli sviluppi del caso Antitrust che vede coinvolte Infront, Mediaset e Sky. Io dico: stabiliamo un business plan e poi scegliamo gli uomini».

Chi metterebbe a governare il calcio? «Non le faccio un nome ma l’identikit: italiano, laureato negli Usa perché non faccia figure con la lingua se deve parlare a una platea internazionale e che abbia una grande conoscenza del fare impresa».

 

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