Nelle crisi nascono le migliori opportunità. Un mantra, forse retorico, che l’AS Roma deve fare suo per ripartire e pensare a partire già da oggi al domani di una società che sta affrontando la più grossa crisi di identità degli ultimi anni. Il lavoro iniziato da Luciano Spalletti sta dando i frutti sul campo, ora va ricostruito l’ambiente esterno alla squadra.
Nel frattempo la Curva Sud ha lanciato un sondaggio online “Romanisti allo stadio” che fotografa la situazione del tifo giallorosso. Che non è – come molti potrebbero pensare – solo questione di passione e attaccamento alla squadra, ma in ottica societaria è anche il venire meno di una delle fonti di ricavo principali che a fine anno formano il bilancio del club.
Tra le cause della diserzione indicate dal sondaggio ci sono la mancanza di un ambiente goliardico, le barriere in curva, l’obbligo di rispettare il posto a sedere e gli eccessivi controlli delle forze dell’ordine.
“La percentuale di buoni frequentatori dello stadio (con piu’ di 8 presenze sugli spalti) – fanno sapere i promotori – scende dal 66% a meno del 20% in una sola stagione, con un calo del 46%. E questo dato va ben oltre i dati ufficiali sulla presenza allo stadio, che registrano in generale un calo di presenze a partita pari al 17,5% dalla stagione 2014/2015 (con 40mila spettatori) alla stagione 2015/2016 (con 33mila). Inoltre, gli spettatori occasionali o nulli sono piu’ che triplicati in una sola stagione, passando dal 21% al 70%”. All’indagine hanno partecipato 3.214 supporters giallorossi: il 50% di loro e’ abbonato in Curva Sud, mentre il 38,5% non lo e’. “Esiste dunque una larga fetta di tifosi- proseguono i promotori- che pur essendo ‘fidelizzati’ dalla loro naturale appartenenza, non acquista abbonamenti per la sua squadra”.
Ma perche’ i tifosi della Roma non vanno piu’ volentieri allo stadio? “Per l’84% dei partecipanti- si legge nel sondaggio- allo stadio manca l’ambiente di prima (ci sono sempre meno fumogeni, bandiere, cori e tutto quanto crei atmosfera); il 71,7% non vuole rischiare un Daspo perche’ ha sbagliato posto a sedere; il 70,1% perche’ ci sono le barriere in curva; il 59,5% perche’ ci sono troppi controlli delle forze dell’ordine”.
Tra le cause della disaffezione allo stadio, invece, si possono escludere le vittorie della squadra (per l’81,1% e’ irrilevante il risultato della partita); la questione sicurezza (il 60,5% risponde di sentirsi sicuro sugli spalti); la questione economica (il 53,1% afferma di potersi permettere di andare allo stadio); il fattore visibilita’ della partita (per il 46,3% la partita si vede bene, anche se per il 26% degli intervistati i cartelloni a bordo campo spesso rappresentano un ostacolo alla vista del pallone).
Nel frattempo – intervistato da Radioanch’io lo Sport del lunedì – Luciano Spalletti ha posto le basi per un ragionamento tecnico più complessivo sulla squadra. E se da una parte ha chiuso la querelle con Totti (“non interferirò nelle sue scelte”, ha detto) dall’altra ha posto le sue condizioni.
“Se io rimango alla Roma, voglio avere la possibilita’ di lottare per lo scudetto. Secondo ci sono arrivato con la Roma gia’ per diversi anni. La Roma deve avere le caratteristiche per lottare contro tutti”.
Il segreto del rilancio? Nessuna ricetta miracolosa, semplicemente “ci siamo riappropriati delle qualita’ che questa Roma aveva gia’ dentro. Un allenatore puo’ contare molto nella gestione, nel rispetto delle regole, nel mandare dentro lo spogliatoio il messaggio che il rispetto i giocatori lo devono avere fra di loro, perche’ e’ fondamentale nel gruppo. Non so com’era prima, ho solo visto che c’erano dei margini di miglioramento, uno prova a lavorarci, a entrarci dentro, a creare una mentalita’ che possa sviluppare le qualita’ che abbiamo”.