Tempo effettivo nel calcio? Non più e non solo una ipotesi futurista. Il futuro potrebbe essere adesso, soprattutto in seguito alle conseguenze dell’introduzione dell’aiuto tecnologico agli arbitri potrebbero essere il dilatarsi dei tempi. “Aspettiamoci di non avere un primo tempo di 47-48 minuti come oggi ma qualcosina in più” ha già spiegato Pierluigi Collina, designatore arbitrale dell’Uefa a commento della decisione dell’International Football Association Board di aprire alla tecnologia in campo.

L’impressione che qualcosa dovrà essere fatto anche in questo senso è palese. Facile immaginare un allungamento di almeno un paio di minuti per tempo, ed allora, perchè non introdurre il tempo effettivo?

Già ora il tempo di gioco è di un’ora circa (spesso meno). Imporre un tempo di gioco uguale per tutti, invece, potrebbe essere la novità in grado di uniformizzare i tempi di gioco. Sostanzialmente non cambierebbe nulla perchè il gioco avrebbe il suo stesso flusso attuale, ma gli impatti sul piano anche tattico e dello spettacolo sarebbero importanti.

Uno su tutti, paradossale ma vero: perdere tempo non sarebbe più un valore ed anzi, la squadra in vantaggio, tanto più se di valore tecnico inferiore all’avversario, avrebbe tutto il vantaggio a fare correre il cronometro e la riconquista del pallone immediata diventerebbe una necessità.

E l’introduzione sarebbe semplice in tutte le categorie anche dilettantistiche: è qualcosa che accade anche nel basket, perchè non introdurlo nel calcio?

“L’arbitro – spiega Collina a proposito dell’introduzione della tecnologia – per quanto bravo sa che corre il rischio di non vedere qualcosa che magari riprende una delle 20 telecamere in hd presenti campo. Purtroppo il direttore di gara non viene valutato per quello che può vedere come uomo e questo non viene capito dal mondo del calcio che vorrebbe sempre avere decisioni perfette. La soluzione è stata pensata nell’adottare la video-assistenza per supportare l’arbitro per quelle situazioni che possono avere un impatto e possono cambiare la partita”.

“E’ stato un processo molto lungo con una discussione ampia e non solo mediatica ma interna alle commissioni dell’Ifb -prosegue l’ex arbitro ai microfoni di ‘Radio anch’io sport’ su RadioUno parlando del via alla sperimentazione che arriverà con gli europei del 2020-. La scelta di limitare il protocollo di sperimentazione mira a mantenere la fluidità del gioco, principio ispiratore del calcio: questo sport si caratterizza per poche pause”.

Infine una disquisizione terminologica. “Moviola? Non chiamiamola così, la moviola ci ha abituato a immagini iper-rallentate. Uno degli aspetti da valutare sarà capire che tipo di velocità utilizzare: più l’immagine sarà lenta e più la percezione di quanto si vedrà in campo sarà distorta; la velocità dà più intensità e volontarietà”, spiega Collina.

“Tutti questi cambiamenti non sono stati improvvisati in una riunione, è un percorso di un anno e mezzo iniziato ben prima che Infantino diventasse presidente della Fifa, all’ultima riunione Ifab era già scontata la decisione presa dal general meeting -prosegue il designatore Uefa che poi passa a parlare dei 3 punti più uno che coinvolgeranno l’uso della tecnologia-. I primo è la segnatura di un gol in cui si verifica cosa successo durante l’azione che porta al gol; se è successo qualcosa: fuorigioco, fallo, un pallone fuori dal campo, ovviamente il gol non sarà concesso”.

“Tutto questo ha portato l’Ifab a prendersi un po’ di tempo, servono 16-17 mesi per fissare bene tutte queste situazioni. Per quanto riguarda le situazioni analizzate sono dunque la segnatura di un gol, l’assegnazione o meno di un rigore, il cartellino rosso ovvero l’espulsione diretta, e lo scambio di persona: ammonizione di un giocatore piuttosto di un altro”, conclude Collina.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting