Tutte le partecipazioni di Exor. L’operazione L’Espresso-Itedi che in settimana ha scosso la finanza italiana è stata letta da numerosi osservatori come un disimpegno della famiglia Agnelli dal business editoriale. A fare il quadro della situazione delle partecipazioni di Exor, la holding della casata torinese, è il quotidiano MF MilanoFinanza in un approfondimento che ricostruisce tutta la galassia di partecipazioni di John Elkann e dei fratelli.

Innanzitutto Exor diventa un socio minoritario (5%) del nuovo colosso editoriale (comandato da Carlo De Benedetti con il 43%) che metterà insieme La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX oltre alle testate regionali del L’Espresso e Fca uscirà Rcs dove è il primo socio con il 16,73%.

elkann

 

Senza contare che Rcs (in cui il primo intervento della Fiat risale ai primi anni Settanta) non è stato un investimento indolore per la famiglia torinese. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la gestione del business editoriale del Lingotto è stata in mano a John Elkann, l’azienda milanese ha registrato quasi sempre perdite, anche pesanti.

Un particolare che non è sfuggito ai comitati di redazione di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, ripreso anche da CF calcioefinanza.it.

Ma la famiglia Agnelli-Elkann in fondo esce da una società in costante perdita per entrare nel capitale di un colosso che nel 2015 ha raddoppiato (a 17 milioni) l’utile netto di 8,5 milioni dell’esercizio precedente. Non solo, ma oltre alle possibili sinergie industriali (stimate in 15-20 milioni dai broker) Mediobanca (tra l’altro socio di Rcs) ha fatto notare che si tratta di un deal non soltanto «estremamente logico per la holding», ma che così facendo Exor dovrà trattare con un solo socio nella nuova entità (invece che con tutti i soci Rcs) sveltendo il processo decisionale nella controllata.

Per questo la banca d’affari non solo ha reiterato il giudizio outperform sul titolo ma ha anche stabilito il prezzo obiettivo del titolo in 50,8 euro quando ha chiuso la settimana a 30,8 euro. Inoltre a una lettura più approfondita sfumano anche le sensazioni che con questa operazione gli Agnelli hanno deciso di uscire dal business editoriale.

In primo luogo perché Exor è il socio di riferimento con il 43,4% del prestigioso settimanale inglese The Economist (tra l’altro la partecipazione è stata aumentata non più tardi che nell’estate 2015) e John Elkann siede nel cda del colosso editoriale statunitense News Corporation che fa capo a Rupert Murdoch.

Inoltre, come ha fatto notare in settimana il quotidiano Italia Oggi, se Exor avrà in mano il 5% del gruppo Espresso. Un altro 5% sarà dell’amico editore Carlo Perrone, mentre il 6,3% è già nelle mani di Giacaranda.

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