Paracadute retrocessione serie B, le nuove mosse per aiutare chi retrocede potrebbero non bastare. La differenza di ricavi tra la massima serie e quella cadetta, infatti, difficilmente potrà essere colmata dai contributi della Lega di A.
Sessanta milioni di euro, il doppio rispetto agli anni scorsi: questa la cifra messa sul piatto per chi retrocede. Il famoso paracadute, per evitare problemi a chi cade dalla Serie A. 60 milioni così suddiviso:
– 25 milioni di euro per squadre che sono da 3 anni in serie A (o in tre degli ultimi quattro anni);
– 15 milioni di euro per squadre che sono da 2 anni in serie A;
– 10 milioni di euro per squadre che sono da 1 anno in serie A.
In caso di quota residuale questa verrà destinata al club retrocesso con 3 anni di anzianità in serie A nel caso in cui questo non venga immediatamente promosso. Un deciso aumento rispetto al precedente paracadute, che era di 30 milioni di euro (15, 10, 5), con eventuale decurtazione (prevista anche nel nuovo accordo).
Paracadute retrocessione serie B, la situazione
La lotta per la retrocessione ormai è conclusa: con il successo del Palermo sul Verona nell’ultimo turno, i rosanero hanno conquistato la salvezza, condannando il Carpi alla Serie B insieme a Frosinone e allo stesso Hellas.
Eppure per tutte queste il paracadute che spetta a chi retrocede potrebbe non bastare. L’analisi di CF – Calcioefinanza.it è partita dalla lettura dei bilanci al 30 giugno 2015 delle ultime società retrocesse, per verificare la differenza nei conti. I casi in esame sono due: Bologna e Catania, entrambe retrocesse in Serie B al termine del campionato 2013/14 (insieme al Livorno, il cui bilancio non è ancora però disponibile).
In tutti i casi, la differenza è palese: il valore della produzione diminuisce sensibilmente, soprattutto per l’enorme differenza di entrate per quanto riguarda i diritti televisivi. Che impatta soprattutto sul risultato netto finale, nonostante entrambe nella stagione in oggetto hanno ricevuto 12,5 milioni di euro a testa di paracadute (oltre alla mutualità), che infatti incide alla voce “altri ricavi”. Tanto da comportare un rosso superiore di oltre 10 milioni rispetto alla stagione in Serie A.
Una diminuzione delle entrate e un sensibile peggioramento dei costi che è un dato generale, non solo relativo a queste due squadre. Stando infatti ai dati del Report Calcio 2015 della Figc, tra il 2009 e il 2014 le società, retrocedendo, hanno perso in media 19,4 milioni quanto a ricavi rispetto alla stagione in A, con un risultato netto peggiore in media di 4,3 milioni.
Paracadute retrocessione serie B, i diritti tv
La differenza, dicevamo, è generata soprattutto dai diritti tv. Una differenza che, nella prossima stagione, sarà ancora più ampia. Basta prendere in considerazione due numeri: 924,3 e 21,5. Sono, rispettivamente, i milioni complessivi che incassano le squadre di A e quelle di B per la cessione dei diritti tv. Una differenza che pesa e che difficilmente potrà essere colmata dal “semplice” paracadute: nella massima serie l’incasso minimo è di 22 milioni, in B invece si limita a poco meno di un milione a squadra.
Prendiamo il caso delle tre società retrocesse. I loro incassi da diritti tv, secondo la nuova suddivisione, sarebbero questi:
– Carpi 22 milioni;
– Frosinone 22 milioni;
– Verona 27,5 milioni.
Con la retrocessione, dovrebbero ricevere queste cifre dal paracadute:
– Carpi 10 milioni;
– Frosinone 10 milioni;
– Verona 25 milioni.
Soltanto l’Hellas, quindi, potrebbe sostanzialmente pareggiare i mancati ricavi da diritti tv con il paracadute (e i gialloblu dovrebbero ricevere anche 15 milioni di quota residuale nel caso in cui non tornassero in Serie A la prossima stagione). Le altre perderebbero tutte oltre 10 milioni di euro, 12 ciascuno Carpi e Frosinone.
Cifre non da poco, senza considerare che i costi si riducono con difficoltà in seguito ad una retrocessione. Certo, con le plusvalenze si potrebbero sistemare i conti: ma difficilmente in Serie B può diventare un metodo duraturo per far quadrare i bilanci.