Accordo Wanda Infront FIFA Infantino. Come si sta muovendo Gianni Infantino da nuovo segretario della FIFA? Secondo il quotidiano ItaliaOggi il presidente di origini calabresi trapiantato in Svizzera è in assoluta linea di continuità con il passato e mentre la Cina si sta comprando il calcio mondiale il vertice della FIFA starebbe lasciando campo libero proprio come fatto dal predecessore di Infantino, Sepp Blatter.
È di pochi giorni fa la notizia che a Zlatan Ibrahimovic, 34 anni, centravanti svedese del Paris Saint Germain, è stato offerto un ingaggio di 75 milioni netti l’anno per giocare nel campionato di calcio cinese.
Dietro l’affare, ci sarebbero capitali cinesi privati, ma anche fondi statali, a conferma del fatto che il regime di Pechino, guidato dal segretario del partito comunista Xi Jinping, considera il calcio uno strumento utile sia per controllare le masse (panem et circenses), sia per la propria immagine internazionale.
L’obiettivo politico dell’ambizioso segretario Xi Jinping è il mondiale 2030.
Un passo significativo in questa direzione si è avuto pochi giorni fa, in occasione della prima riunione del board Fifa (la Federazione del calcio mondiale), dove l’italiano Gianni Infantino è stato eletto al posto di Sepp Blatter, costretto a dimettersi per una serie di scandali dopo che per più di 20 anni era stato il padrone incontrastato del calcio mondiale.
Chi pensava che con Infantino ci sarebbe stato un cambiamento di rotta – come riporta appunto ItaliaOggi -, ha dovuto immediatamente ricredersi. La prima decisione del Comitato esecutivo Fifa, riunitosi sotto la sua presidenza, è stata infatti di annunciare, in assoluta continuità con il passato, che il gruppo cinese Wanda Sports è diventato partner globale della Fifa. Vale a dire uno dei suoi principali fi nanziatori mondiali, insieme ad Adidas, Coca Cola, Gazprom, Hyundai e Visa, ma in prospettiva il più infl uente.
Il motivo di tanto potere è presto detto. Il gruppo Wanda Sports, di proprietà del ricchissimo uomo d’affari cinese Wang Jianlin, un anno fa ha inglobato la società Infront, guidata da Philippe Blatter, nipote di Sepp, società che dal 2002 gestisce i ricchi diritti tv delle edizioni dei mondiali di calcio e quelli della hospitality (tutto ciò che ruota intorno alle partite di un mondiale, dai biglietti agli alberghi).
Di conseguenza, d’ora in poi, le due principali voci di entrata del bilancio Fifa (i diritti tv e l’hospitality) saranno gestiti dal gruppo cinese Wanda Sports, dove il nipote di Sepp Blatter è rimasto come amministratore delegato dei diritti tv. In questa fase, i finanziamenti cinesi sono considerati una vera manna dal vertice della Fifa.
Il bilancio 2015 della Federazione, per la prima volta dal 2002, ha chiuso in passivo di 122 milioni di dollari. Un buco causato dagli scandali con al centro Blatter, in quanto alcuni partner Fifa, come Sony ed Emirates, non hanno più consentito di associare il proprio nome a quello della Fifa, come sponsor.
L’attivismo di Wang Jianlin, proprietario del gruppo cinese, ha già avuto alcuni riscontri sul calcio europeo, dove nel gennaio 2015 ha acquistato il 20% dell’Atletico Madrid, mentre in Italia, Infront è advisor per i diritti tv della Lega di A e partner per le aree commerciali e di hospitality di alcuni club, fra cui la Lazio del consigliere federale Claudio Lotito.
Ma l’obiettivo più ambizioso della Wada Sports è di convincere la Fifa ad assegnare alla Cina i campionati del mondo di calcio. Le prossime due edizioni sono già state assegnate: 2018 in Russia, 2022 in Qatar. L’attuale board Fifa dovrà decidere dove si dovranno disputare quelle del 2026 e del 2030. Per quest’ultima edizione, detta del centenario (nel 1930 si disputò la prima Coppa del mondo), finora erano in predicato l’Uruguay (paese ospitante nel 1930) e la vicina Argentina. Ma, come ha detto Infantino annunciando l’accordo con Wanda Sports, «il vento è cambiato».
E né l’Uruguay, né l’Argentina sono considerati dalla Fifa come nuovi mercati del calcio. La Cina, invece, sì. E visto che l’accordo Fifa-Wanda prevede una durata fino al 2030, l’assegnazione dei mondiali di calcio alla Cina sarà poco più di una formalità.