Inchieste e evasione MotoGp. La storia del circo della MotoGp è cominciata 30 anni fa con il calcio, che stranezza: il trasferimento dall’Athletic Bilbao al Barcellona di Andoni Zubizarreta, il portiere basco. Fu quello il primo colpo della Dorna, una società di 4 amici catalani, seguito dall’acquisto dei diritti tv della Liga. Ne scrive oggi il quotidiano La Repubblica.
La banca Banesto fiutò il business, entrò nell’azienda, puntò sul motociclismo. Ecco. È comparso allora, nel ’91. A quei tempi era semplicemente Carmelo Ezpeleta, un ingegnere di Barcellona piccolo e calvo. «Sono esperto di motociclismo. Di televisione. Di affari». È così che si è presentato. Ci ha messo poco a diventare Don Carmelo, l’Ecclestone a due ruote.
L’uomo che ha trasformato il motomondiale nella MotoGp: 18 circuiti in 13 paesi e 4 continenti che fanno sempre il pieno, decine di milioni di telespettatori, gare emozionanti, costruttori e sponsor che sgomitano, centinaia di milioni in ballo. Sì, non mentiva: l’ingegnere era esperto di tutte e tre le cose. Soprattutto di affari. Oggi, a 71 anni, ne chiedono l’arresto preventivo.
L’imprenditore piemontese Pier Carlo Bottero l’accusa di «amministrazione fraudolenta», e Manos Limpias, sindacato di funzionari pubblici spagnolo, si costituisce parte civile in una vicenda di presunte società di comodo, roba di fatture evase per circa 70 milioni. Si sollecita la prisòn provisional per Don Carmelo, considerata «la gravità e reiterazione dei fatti» ma anche «il pericolo di fuga all’estero ». Sulla richiesta pesa la condanna di Ezpeleta all’inizio di marzo per una vicenda simile: 3,9 milioni di multa a causa del mancato pagamento di oltre 25 milioni in euro di tributi nel biennio 2003-2004.
La notizia del nuovo esposto alla Fiscalìa madrilena è un terremoto. Don Carmelo è appena arrivato a Buenos Aires, dove oggi la MotoGp ha in programma un grande show promozionale prima di raggiungere il nord del paese per la gara di domenica. Non è la prima volta che lo accusano di truccare i conti per non pagare le tasse, o di nepotismo nel governo del carrozzone. Manos Limpias lo ha già denunciato per il circuito di Jerez, dove nel mirino è Cirjesa, la società che gestisce la pista (e di cui Ezpeleta è consigliere): nell’esposto si racconta di 4 milioni di incassi “spariti” e di biglietti dalle doppie matrici.
Pier Carlo Bottero è l’uomo di Sel, Sports & Events Logistics, l’azienda che fino allo scorso anno ha curato i trasporti di Dorna da un angolo all’altro del mondo. Racconta che il rapporto si è chiuso perché lui chiedeva – inutilmente – chiarezza a proposito di una società olandese, la Dww, che pareva creata ad hoc per dribblare l’Iva spagnola. «Ero costretto formalmente a fare riferimento all’indirizzo di Amsterdam, ma in realtà tutto passava per gli uffici della Dorna di Barcellona e Madrid. Non ci stavo e mi hanno fatto fuori», spiega il titolare dell’impresa, che fa capo al Gruppo Arcese.
Dicono che qualcuno tra gli attuali proprietari di Dorna (Bridgepoint Capital, fondo di investimento da oltre 150 milioni di euro) qualche mese fa avesse suggerito di ridimensionare il ruolo di Ezpeleta. Invece no. Resta ancora il n.1. Per ora. «Perché mi intendo di moto. E di affari».
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