Suning Commerce Group, il gruppo cinese proprietario dello Jiangsu, avrebbe avviato contatti con il presidente dell’Inter, Erick Thohir, per affiancare l’imprenditore indonesiano e l’ex presidente Massimo Moratti nel capitale del club nerazzurro. E’ quanto riporta il Corriere della Sera, secondo il quale Thohir punterebbe ad affiancare a Suning almeno un altro soggetto cinese cui cedere complessivamente una quota del 20% dell’Inter.

L’uomo d’affari indonesiano, scrive il Corriere, spera inoltre di tenersi anche Moratti che, nel frattempo, starebbe lavorando per favorire l’arrivo di un altro gruppo cinese, da affiancare a Suning Commerce Group. L’ex patron ha le idee chiare: «Intendo restare e rafforzare la società. Se va bene a Thohir sono favorevole all’ingresso di nuovi soci».

L’arrivo di Suning Commerce Group, preludio dell’uscita di Thohir

Voci sul possibile arrivo di soci cinesi che sono state rilanciate anche da Repubblica, che non fa il nome di Suning Commerce Group, ma traccia uno scenario in cui l’ingresso dei partner cinesi preluderebbe poi a un disimpegno nel medio termine dello stesso Thohir.

Thohir, secondo Repubblica, potrebbe uscire dall’azionariato entro un anno o due, lasciando la maggioranza ai cinesi e con Massimo Moratti al 30% come garanzia di italianità e tradizione del club.

I contatti tra Thohir e eventuali soggetti cinesi interessati a investire nell’Inter, come appunto Suning Commerce Group, sarebbero in corso già da qualche tempo. Ora, con la qualificazione alla Champions League pressoché sfumata, ci sarebbe stata un accelerazione.

L’operazione cui stanno lavorando i consulenti finanziari e legali avverrà in più tappe. Entro l’estate, in tempo per preparare la prossima stagione, ci dovrebbe essere il primo passaggio di consegne.

È previsto un aumento di capitale dedicato ai nuovi soci, che arriveranno così a detenere una quota attorno al 20-25 per cento. L’accordo dovrebbe prevedere una serie di “opzioni” per cui i nuovi arrivati avranno la possibilità di salire, per rilevare alla fine l’intera quota dell’imprenditore indonesiano nell’arco dei prossimi due anni.

Una sorta di uscita di scena diluita nel tempo, sperando che nel frattempo i risultati sportivi migliorino.

Moratti rimarrebbe socio accanto ai cinesi

Tutta questa costruzione finanziaria non riguarderà invece Massimo Moratti, che già nei mesi scorsi aveva fatto sapere che non avrebbe abbandonato l’Inter nel caso di difficoltà finanziarie.

Spiega uno dei consulenti che sta lavorando all’operazione: «Moratti si comporterà, come sempre, per il bene dell’Inter. E se mai venderà la sua quota, lo farà quando sarà certo della serietà dei nuovi azionisti, che dovranno dimostrare di voler costruire una squadra nuovamente vincente».

Insomma Moratti vuole evitare gli errori che sarebbero stati commessi in questi due anni di gestione. Con la società, di fatto, affidata a manager tutti di provenienza anglosassone, per nulla inseriti nella realtà del calcio italiano, che hanno prodotto più piani industriali che aumenti considerevoli del fatturato. Non per nulla, sarebbero stati gli stessi interlocutori del nuovo socio cinese a chiedere a Moratti di rimanere nel club, ponendolo addirittura come conditio sine qua non.

In questa fase, Marco Tronchetti Provera è stato – ancora una volta – prezioso alleato dell’amico Moratti. Non solo perché ha appena rinnovato la sponsorizzazione di Pirelli che ha assicurato soldi freschi alla società, ma sarebbero stati i suoi contatti ad alto livello in Cina a portare a Milano il nuovo azionista.

Gioca ricordare che il presidente della Pirelli ha appena concluso un accordo che ha visto il colosso cinese ChemChina prendere la maggioranza del gruppo degli pneumatici, così come erano stati gli uomini Pirelli in Indonesia a portare a Milano un imprenditore di Jakarta appassionato di basket e di calcio. Ma ora la love story di Erick Thohir con l’Inter sembra appassire. La Cina è vicina.

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1 COMMENTO

  1. Ecco, così è più chiaro.
    Niente smobilitazione da parte di Thohir, ma inserimento di un nuovo socio attraverso un aumento di capitale. Se poi successivamente (e dico SE, perché sarà tutto da vedere), Thohir vorrà uscire, sarà una cosa progressiva. A mio parere però le cose andranno un po’ diversamente. Thohir non ha mai detto di no ad essere affiancato da altri soci di minoranza che portassero capitale, ed ha sempre dimostrato di non essere “assetato di potere”, basti vedere la considerazione che ha sempre avuto verso le opinioni di Moratti, azionista di minoranza (certo, si tratta pur sempre di un Moratti). Secondo me resterà presidente, con una compagine societaria orientale più ampia, a cui dovrà fare solo delle “concessioni” commerciali (partnership locali, tour promozionali, ecc.)
    L’importante è che la nuova impostazione orientata all’aumento dei fatturati indipendentemente dai risultati sportivi venga mantenuta, e che non si torni alla vecchia e ormai desueta politica del mecenatismo a fondo perduto, che non può più esistere nel calcio moderno. Per fare ciò, che si mantenga il board direzionale che Thohir ha costruito in questi 2 anni; un dirigente è valido anche (e soprattutto) se è anglosassone.

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