Sponsor sulle maglie delle squadre NBA. La notizia non è piaciuta ai fan, ma la rivoluzione è dietro l’angolo. L’NBA apre agli sponsor di maglia con l’obiettivo di far crescere ulteriormente gli introiti della lega. Non c’è molto da fare. La scelta è presa.

Venerdì il consiglio dell’NBA ha approvato il via alle sponsorizzazioni di maglia con un programma pilota di tre anni a partire dalla stagione 2017-2018. 

Saranno le squadre a vendere individualmente i propri spazi sulle maglie con dei tagli predefiniti all’interno dei quali dovrà stare lo sponsor.

Ma attenzione. Lo sponsor sarà applicato solo sulle maglie da gara ma ai tifosi sarà data ancora la possibilità di scegliere se al momento di acquistare la maglia vorranno che lo sponsor venga applicato o meno. Non saranno quindi costretti a portare una maglia con un brand che non è di loro gradimento.

“Le sponsorizzazioni di maglia – spiega il commissario NBA Adam Silver – vogliono costruire nuove relazioni e investimenti per far crescere le squadre e la lega. Stiamo pensando ad altri modi innovativi per mantenere la lega competitiva in un mercato globale e siamo entusiasti di vedere quali saranno i risultati dopo tre anni”.

 

 

Gli osservatori considerano ormai inevitabile questa mossa: nessuno dei proprietari poteva del resto dire no ad un così ricco guadagno potenziale che genera una nuova voce di entrata.

Ad oggi in America sono solo la MLS e la WNBA che utilizzano il jersey sponsor, mentre le altre leghe come l’NBA, la MLB, l’NFL e l’NHL hanno da sempre rifiutato questo tipo di abbinamento lasciando sulla maglia solo il nome della squadra ed il logo dello sponsor tecnico.

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Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting